Incontro con il Ministro Centinaio sulle priorità della filiera. Intanto al Centro-Sud la campagna 2018 parte da una riduzione degli investimenti dell’8%
Quest’anno, in Italia, sono stati messi a coltura 60.626,80 ettari di pomodoro da industria, con una riduzione del 5,9% rispetto al 2017. Il calo si registra nel bacino Centro-Sud, in particolare nel foggiano e in Toscana, con una contrazione degli ettari investiti dell’8% e nel Bacino Nord con una flessione di poco meno del 5 per cento.
Anicav, l’Associazione nazionale dell’industria conserviera, ha incontrato il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio al quale ha illustrato criticità e problemi strutturali del comparto del pomodoro da industria per definire una strategia di rilancio dell’intera filiera, che con un fatturato di 3,1 miliardi e 1,6 miliardi di export rappresenta un fiore all’occhiello dell’industria agroalimentare italiana.
«Il pomodoro è uno dei simboli del Made in Italy di qualità nel mondo – ha riconosciuto Centinaio –. Occorre rafforzare le politiche di filiera e l’integrazione tra agricoltura e trasformazione, ponendo la giusta attenzione al settore industriale che rappresenta un elemento fondamentale della filiera.
Il comparto pomodoro da industria è certamente una delle aree produttive più importanti dell’agroalimentare Italiano. Occorre dare al più presto slancio al comparto attraverso la tutela e la valorizzazione della qualità del pomodoro italiano. Lavoreremo con il coinvolgimento delle Regioni e con la convocazione di tavoli di filiera che affrontino le questioni non solo davanti alle emergenze, ma con un approccio nuovo di programmazione».
Tra i temi sollevati da Anicav anche i continui attacchi sull’origine del pomodoro, con la “leggenda” del pomodoro cinese sulla tavola degli italiani, la “questione caporalato”, il problema delle contraffazioni alimentari, le problematiche ambientali e le politiche protezionistiche, minacciate o già messe in atto, da alcuni Stati.
«L’agenda sottoposta al ministro Centinaio è molto fitta – ha spiegato Antonio Ferraioli, presidente di Anicav –. Grande attenzione è stata data alla necessità di definire una governance interprofessionale del pomodoro da industria che, oltre a favorire il processo d’integrazione di filiera valorizzando il prodotto, potrà assicurare un’attenta programmazione ed una condivisa pianificazione, e, nel contempo, garantire il rispetto delle regole e degli accordi raggiunti».
Dopo l’Oi Pomodoro del Nord, ha ricordato Anicav, diventa indispensabile la costituzione di un’Organizzazione Interprofessionale anche per il Centro Sud, per la quale si è in attesa del riconoscimento da parte del ministero. «Inoltre – ha aggiunto Ferraioli – è stato posto l’accento sull’esigenza di valorizzare le produzioni di qualità, come il pomodoro pelato simbolo del made in Italy nel mondo, per il quale è stato avviato l’iter per l’ottenimento del marchio di tutela IGP che potrà spingere verso una crescita dei consumi e una ripresa del mercato».
Infine, Anicav ha ricordato la necessità di forme di tutela adeguate nei confronti delle politiche protezionistiche portate avanti da altri Paesi. A preoccupare in particolare, dopo il rientro delle tensioni commerciali USA-UE, la procedura antidumping intrapresa dal governo Australiano negli ultimi anni nei confronti delle importazioni di derivati del pomodoro dall’Italia.