Raggiunto in extremis un accordo tra i rappresentanti dei pescatori britannici e francesi sulle regole di cattura di capesante nella zona ad est del Canale della Manica, di fronte alle coste della Normandia.

L’intesa, supportata anche dalle amministrazioni nazionali, prevede l’immediata sospensione dell’attività da parte delle imbarcazioni britanniche aventi una lunghezza superiore a 15 metri. Potranno ritornare in mare a partire dal 1° novembre. Vale a dire un mese dopo l’avvio della campagna annuale di pesca, secondo il calendario stabilito dalle autorità di Parigi.

In sostanza, la cattura di capesante sarà consentita nel mese di ottobre solo ai pescherecci francesi.

Quale “compensazione” per l’impegno assunto, i pescatori britannici potranno aumentare – rispetto allo scorso anno – lo sforzo di pesca (in pratica il numero massimo di giornate autorizzate per la cattura) durante gli ultimi tre mesi della campagna che si concluderà il 15 maggio.

Nonostante le pressanti richieste delle associazioni francesi, le imbarcazioni di lunghezza inferiore a 12 metri sono escluse dall’accordo.

I rappresentanti dei pescatori dei due Stati membri hanno dichiarato che, dopo due settimane di trattative, è stato possibile raggiungere solo un compromesso al ribasso che, però, eviterà il ripetersi di incidenti come quelli che si sono verificati alla fine di agosto.

Le associazioni dei pescatori britannici hanno sottolineato che l’accordo raggiunto vale solo per l’anno in corso. Per il 2019, tutto ritornerà in discussione per effetto della “Brexit” in calendario alla fine di marzo.

Il tema della “Brexit” è stato affrontato anche dal Ministro francese, Stephane Travert. Dopo aver espresso il proprio apprezzamento per l’intesa raggiunta, il Ministro ha messo l’accento sulla necessità di                      “mantenere relazioni di buon vicinato” con le autorità di Londra in vista dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. «Anche per il settore della pesca, ha poi indicato – quello della “Brexit”, è un dossier delicato».

Sulla base delle cifre fornite dai collaboratori di Travert, circa il 30% delle catture totali della flotta francese avviene nelle acque territoriali del Regno Unito.

Nell’eventualità di un’uscita del Regno Unito senza un accordo con la UE, le autorità britanniche potrebbero decidere liberamente sulle condizioni di accesso alle proprie acque territoriali da parte delle imbarcazioni di Stati terzi. Quali sarebbero a tutti gli effetti la Francia e gli altri Stati membri dell’Unione.

Nel quadro dei negoziati in corso a livello politico, è in discussione la possibilità di stabilire un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, durante il quale continuerebbero ad essere applicate le regole vigenti.

È un’ipotesi, però, non gradita dai pescatori britannici che sollecitano il pieno controllo, da parte del governo di Londra, dell’accesso alle acque territoriali.

 

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