Jean-Claude Juncker: “Se la Camera dei Comuni dicesse di no, non avremmo alcun accordo”.

Domenica 25 novembre 2019 è stata una grande giornata per l’UE che, per la prima volta nella sua storia, ha firmato i documenti di divorzio di uno Stato membro chiave. Agli occhi di molti, la Brexit risulta un fallimento europeo. Al vertice, il Presidente francese Emmanuel Macron ha ricordato alla stampa la fragilità dell’Unione Europea. Ecco perché i leader dell’UE a Bruxelles continuano a dimostrare contemporaneamente coesione e scetticismo nei confronti dell’uscita del Regno Unito.

Occorre attendere se l’affare Brexit, all’apice delle negoziazioni, otterrà l’approvazione della Camera dei Comuni. In caso contrario, il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, insiste sul fatto che non ci sarà alcun accordo, perché “Questo è l’accordo” ha ripetuto con enfasi, escludendo la possibilità di revisione dei testi.

Se è fedele alla parola data, e il Parlamento inglese boccia l’accordo di divorzio, allora tutti i precedenti 19 mesi di dolorose trattative UE-Regno Unito sono stati inutili. Entrambi le parti potrebbero ritrovarsi a pagare il prezzo del potenziale caos di ciò che il capo negoziatore della Brexit dell’UE, Michel Barnier, definisce come: Brexit no deal.

Il Primo Ministro olandese Mark Rutte ha osservato che la signora May ha “lottato duramente” e il risultato è stato un buon affare. Nel frattempo, Barnier ha affermato che si è trattato di trattative “straordinarie”, “complesse” e “difficili”, con il risultato di un “partenariato ambizioso e senza precedenti “. Tuttavia, l’Unione Europea ha chiarito sin dall’inizio che non avrebbe mai concesso un accordo al Regno Unito che rendesse la vita esterna migliore rispetto al club europeo.

Però, questo non è l’accordo finale. La storia della tempestosa relazione tra l’UE e il Regno Unito è tutt’altro che finita. Forse ci sarà un secondo voto sull’accordo Brexit nel Parlamento britannico, un secondo referendum, o un’elezione generale. Solo se la Brexit andrà davvero avanti, allora inizieranno i negoziati specifici per un futuro accordo commerciale tra l’UE e il Regno Unito.

Nel corso del summit domenicale, il Presidente francese Macron ha ricordato che gli interessi nazionali dei Paesi UE rischiano di mettere in discussione tali negoziati; sostanzialmente minacciando il successo di un futuro accordo commerciale tra l’UE e il Regno Unito, qualora non venisse garantito l’accesso ai pescatori francesi nelle acque britanniche post-Brexit.

I nodi da sciogliere riguardano: la pesca, Gibilterra, le regole di concorrenza con cui l’UE cerca di legare il Regno Unito, e la questione dei confini irlandesi. Dunque, questi ultimi 19 mesi di interminabili dispute sull’accordo sul divorzio Brexit sono stati solo un assaggio di quello che deve ancora venire.

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