«Per ridurre l’impatto delle calamità naturali e della crescente volatilità dei prezzi, il “risparmio precauzionale” degli agricoltori sarà incentivato sul piano fiscale dal 1° gennaio 2019». Lo ha annunciato il Primo Ministro francese, Edouard Philippe, durante una conferenza stampa organizzata per presentare i punti salienti di una riforma complessiva del regime fiscale per l’agricoltura. Alcune modifiche potrebbero essere già inserite nella legge sul bilancio pubblico per l’anno venturo.

La riforma della fiscalità in cantiere tiene conto delle indicazioni formulate da una commissione, insediata dal governo a febbraio, che si è avvalsa dei contributi forniti da esperti indipendenti, associazioni professionali e gruppi politici.

Per quanto riguarda, in particolare, il “risparmio precauzionale”, il Primo Ministro ha indicato che non saranno sottoposti a tassazione per un periodo di dieci anni gli interessi sui risparmi, fino ad un ammontare di € 150 mila, dei titolari delle imprese agricole.

L’obiettivo dell’agevolazione è di incentivare i produttori ad accantonare una parte degli utili realizzati nelle annate favorevoli, a cui attingere – al di là degli interventi pubblici nazionali o della UE – per assicurare la continuità produttiva in caso di eventi climatici eccezionali e gravi crisi di mercato.

Gli altri punti della riforma della fiscalità in agricoltura illustrata dal Primo Ministro francese, prevedono un forte aumento delle agevolazioni previste per la cessione delle aziende agricole. Inoltre, sarà rivista la normativa ordinaria riguardante la tassazione delle imprese, per tener conto delle specifiche esigenze del mondo agricolo.

È stato anche annunciato che il gasolio utilizzato nelle lavorazioni in agricoltura sarà escluso dal previsto aumento delle accise.

Confermata, invece, la soppressione dal 1° gennaio prossimo della fiscalizzazione totale dei contributi previdenziali a carico degli imprenditori per il lavoro stagionale.

La riforma del regime fiscale presentata dal governo è stata accolta con favore dal mondo agricolo.

La FNSEA, l’organizzazione più rappresentativa del settore, ha sottolineato – in particolare – che con gli incentivi fiscali sul “risparmio precauzionale” il governo ha accolto una proposta avanzata dall’organizzazione.

È stata, invece, duramente contestata la soppressione degli incentivi sul lavoro stagionale: «Siamo di fronte a una decisione incomprensibile, incoerente e inammissibile», ha denunciato in una nota la presidente della FNSEA, Christiane Lambert. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione, l’aumento dei costi per le imprese sarà di € 144 milioni, con una ulteriore perdita di competitività rispetto a Germania e Italia, dove il costo del lavoro stagionale è già più basso, rispettivamente, del 27% e del 37% rispetto a quello francese.

Per le imprese dei settori vitivinicolo e ortofrutticolo, ha segnalato la FNSEA, l’aumento degli oneri potrebbe risultare insostenibile.

 

 

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