Revisione al ribasso della produzione europea, peggioramento delle rese in Russia e aumento della domanda mondiale stanno rilanciando i listini frenati fino a oggi dall’effetto ribassista dei dazi.

Contrariamente alla regola “buy the rumor and sell the news” sono state le notizie a rompere gli indugi, innescando una raffica di acquisti, non solo speculativi, che hanno spinto ai massimi da tre anni le quotazioni dei frumenti sui mercati internazionali.

Le news, d’altro canto, sono tutte rialziste. La prima, sul raccolto di frumento tenero nell’Unione Europea, l’ha diffusa il think tank francese Strategie Grains che ha ancora rivisto al ribasso le stime sulla produzione di quest’anno. Gli ultimi conteggi parlano di 130 milioni di tonnellate, minimo dal 2012. Un risultato che rispetto ai 141,8 milioni della scorsa stagione comporterà nei Ventotto una flessione di oltre l’8 per cento.

A sostenere i listini è stata anche la previsione del centro studi SovEcon di un peggioramento ulteriore delle rese in Russia, primo esportatore mondiale di frumento, con le ultime valutazioni che attestano i rendimenti in campagna ai minimi da tre anni.

AGRITEL, società d’Oltralpe specializzata nelle analisi sui mercati agricoli, sostiene che situazione stia drasticamente mutando. Lo confermano il clima di forte preoccupazione tra gli operatori, dall’Atlantico agli Urali, e la maggiore propensione all’acquisto dei paesi importatori, con nuovi, robusti ordinativi anche dall’Egitto, motivati da aspettative rialziste sugli sviluppi dei prezzi internazionali.

AGRITEL ha anche diffuso le nuove stime sul raccolto francese di frumento tenero, preannunciando 34,17 milioni di tonnellate, il 6,5% in meno rispetto alla scorsa campagna.
Da rilevare anche l’impatto negativo delle condizioni climatiche sfavorevoli (siccità e alte temperature) in Germania, che hanno ridotto il potenziale di resa del frumento. Nei giorni scorsi l‘Association of German Farm Cooperatives ha tagliato le stime 2018, indicando il peggior risultato dal 2007, con un 12% in meno su base annua.

Quanto alla soia, dopo il tracollo dei giorni scorsi i prezzi hanno confermato il trend al ribasso, seppure con minore intensità e in un contesto di scambi più regolari. A mitigare il clima è stato l’annuncio dell’Amministrazione Trump di un aiuto straordinario (in stile Grande Depressione) di 12 miliardi di dollari a favore degli agricoltori, allo scopo di ripianare le perdite potenziali associate ai dazi cinesi.

Secondo gli analisti di Commerzbank gli agricoltori potrebbero utilizzare i fondi federali per stoccare soia, anziché venderla a buon mercato, riducendo in questo modo l’offerta e rilanciando i listini.

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