Il granaio europeo brucia e l’industria molitoria nazionale, che dipende per metà dall’import, rischia di restare a corto di materia prima e lancia l’allarme approvvigionamento. La siccità e il caldo hanno ridotto del 10% circa la produzione in Europa con crolli più accentuati in Germania e Francia. Un problema che riguarda soprattutto il grano tenero: l’ultimo dato (fonte Strategie Grains) indica un raccolto di 127,7 milioni di tonnellate, mentre la produzione UE di grano duro è stimata in 9,2 milioni di tonnellate, in calo del 4 % . La produzione francese di frumento tenero dovrebbe fermarsi appena sopra i 35 milioni di tonnellate (-4%) mentre in Germania, secondo produttore proprio dopo la Francia, è atteso un crollo di almeno il 20%.
Anche in Italia, secondo la Coldiretti, la produzione – tra tenero e duro – è destinata complessivamente a calare a causa soprattutto delle piogge a ridosso delle operazioni di trebbiatura (circa il 10% rispetto allo scorso anno, con punte del 20% al Sud) ma la qualità si annuncia buona grazie a un buon contenuto proteico. Il grano tenero inoltre “si è difeso meglio” rispetto al frumento duro, anche se, secondo Italmopa, l’associazione che rappresenta l’industria molitoria nazionale, il raccolto presenta alcune criticità riconducibili a problemi di natura sanitaria che hanno investito alcune aree produttive in particolare nel Nord Ovest e nel Centro Italia.
«Questi problemi – sottolinea Giorgio Agugiaro, presidente della sezione Molini a frumento tenero di Italmopa – contribuiscono ad accentuare il deficit quantitativo, peraltro di natura strutturale, del raccolto nazionale rispetto alle esigenze dell’industria molitoria, tenuto conto che una parte del raccolto non potrà essere destinata all’alimentazione umana».
Prezzi ai massimi da cinque anni
«Complessivamente – prosegue Agugiaro – stiamo assistendo, per via della riduzione dei raccolti comunitari e internazionali, ad un incremento delle quotazioni del frumento tenero che hanno raggiunto, sui mercati a termine, il livello più elevato degli ultimi 5 anni. La nostra maggiore preoccupazione, tuttavia, risiede nelle crescenti difficoltà dei molini ad approvvigionarsi in materia prima frumento tenero tenuto conto che si stanno manifestando allarmanti fenomeni di ritenzione, sia all’Estero, sia in Italia, nell’attesa di possibili ulteriori incrementi delle quotazioni della materia prima».
Molini a corto di materia prima
Secondo Agugiaro «questi fenomeni acuiscono le difficoltà dell’industria nel programmare correttamente l’acquisto della materia prima frumento e la vendita del prodotto trasformato farina, determinando in tal modo forti squilibri in tutta la filiera. La nostra associazione continuerà ovviamente a monitorare con la massima attenzione l’evoluzione della situazione tenuto conto che il corretto e costante approvvigionamento in frumento tenero nelle quantità e nelle qualità richieste dall’industria molitoria costituisce una priorità assoluta per il nostro comparto».
Nel 2017, l’industria molitoria italiana a frumento tenero ha prodotto circa 4 milioni di tonnellate di farine di frumento tenero destinate essenzialmente alla panificazione (2,5 milioni di tonnellate), all’industria dolciaria (700mila tonnellate) e alla produzione di pizza (375mila tonnellate).