Si produce prevalentemente al Sud ma si consuma al Nord, conta aziende con una dimensione superiore alla media nazionale delle aziende agricole e cresce grazie ai continui progressi dei segmenti consolidati ma anche al rafforzamento di settori nuovi. È l’agricoltura biologica Made in Italy, comparto che sarà sotto i riflettori del tradizionale appuntamento del SANA (in calendario a Bologna da domani 7 settembre fino al 10), così come emerge dai numeri del SINAB (progetto del Mipaaft gestito da ISMEA e CIHEAM).

Ma la crescita del comparto è innanzitutto sul piano produttivo. Le superfici biologiche in Italia sono arrivate a quota 1,90 milioni di ettari con una crescita nel 2017 del 6,3% rispetto all’anno precedente. Ma soprattutto secondo i dati di SINAB-ISMEA la crescita delle superfici bio tra il 2010 e il 2017 è stata di ben il 71%.

L’incidenza delle superfici bio sul totale è del 15,3% mentre l’incidenza del numero delle aziende bio sul totale delle imprese agricole è molto inferiore e cioè del 4,5%. Se ne deduce però che la superficie media delle aziende bio è di 29 ettari e quindi molto superiore rispetto agli 8,4 della media delle aziende agricole convenzionali.

Sul piano territoriale tre regioni, Sicilia, Puglia e Calabria coprono il 46% delle coltivazioni “organic” in Italia, tuttavia la regione che nel 2017 ha messo a segno il principale balzo in avanti nel numero degli ettari convertiti al biologico è la Lombardia con una crescita del 21,4%.

Sempre sul piano delle superfici impiegate a recitare la parte del leone sono i pascoli (390mila ettari), le colture foraggere (360mila) e i cereali (300mila) anche se i segmenti che hanno messo a segno la crescita più importante sono: frutta (compresa la frutta in guscio) che ha messo a segno un +15% nelle superfici impiegate, e gli ortaggi (+25,4% all’interno del quale si segnala il robusto +53,8% messo a segno dai pomodori).

I dati messi a punto da SINAB-ISMEA consentono anche di valutare il trend dei consumi che in Italia nel 2017 è stato molto positivo per il settore biologico che grazie anche al sempre più importante investimento effettuato dalla Grande Distribuzione italiana ha registrato una crescita delle vendite del 9,6% (e un fatturato che sul piano dei consumi interni ha raggiunto quota € 2,5 miliardi).

Un trend inoltre che i dati ISMEA-NIELSEN tratteggiano come molto positivi anche relativamente al primo semestre 2018 visto che l’incremento rilevato è del 6,5%.

Grazie a queste positive performance l’incidenza dei consumi bio sul totale è arrivato al 3% con un incremento nel 2017 dello 0,2%.

Sempre sul piano dei consumi (che sono sbilanciati più a favore delle regioni del Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno nelle quali la gran parte dei prodotti bio è realizzata) va rilevato che frutta, ortaggi e cereali assorbono il 60% del totale degli acquisti. Tuttavia, vengono sottolineate le crescite esponenziali messe a segno dal comparto degli spumanti bio (aumentati del 49,3%) ma che, nonostante questo exploit, rappresentano ancora una nicchia piccola nel segmento dei vini e spumanti.

 

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