Dopo il bilancio “extra small” della scorsa stagione, in un’annata profondamente segnata dalle gelate primaverili, il meleto Europa torna a esprimere appieno i suoi potenziali, con un raccolto che si preannuncia superiore anche alla media storica.

A fornire le cifre è il WAPA, World Apple and Pear Association, in occasione del consueto appuntamento estivo di Prognosfruit, tenutosi quest’anno a Varsavia. Le stime, riportate in una nota di Assomela, parlano di una produzione UE di 12,6 milioni di tonnellate, in aumento del 36% su base annua e del 3% rispetto alla media del triennio 2014-2016.

Balzo record in Polonia, primo produttore europeo, che stando alle proiezioni si porterebbe quest’anno a ridosso dei 4 milioni e mezzo di tonnellate, recuperando il 56% sulla scorsa campagna.

In Italia si prevedono 2,2 milioni di tonnellate, contro 1,7 milioni del 2017 (+29%), ma resta negativo il divario rispetto al dato storico più recente, con un 6% in meno sulla media 2014-2016.

Resta sotto il potenziale il Trentino Alto-Adige, mentre segna un significativo progresso il Piemonte, grazie all’entrata in produzione dei nuovi meleti piantati in sostituzione del kiwi.

Per le altre regioni la produzione torna grosso modo ai livelli di due anni fa, con l’Emilia Romagna che spunta un 5% di aumento sulla media triennale e il Veneto che avanza di un solo punto percentuale.

Da rilevare il decisivo recupero nella provincia di Trento, con un più 145% anno su anno. Nel distretto di Bolzano, che aveva però limitato le perdite nel 2017, la crescita è del 10%, ma in entrambi i territori altamente vocati alla produzione e di mele il confronto con la media storica restituisce variazioni negative, del 12% a Bolzano e del 7% nel comprensorio Trentino.

Sul piano varietale recuperano, ma perdono terreno su base storica, le Golden Delicious, mentre Red Delicious e Granny Smith si mantengono su livelli più vicini alla media triennale 2014-2016.

Recupera il 10% su base annua la produzione di Fuji, che arretra però del 7% sul triennio, mentre le Gala guadagnano 3 punti e rimbalzano del 18% sul 2017.

In assenza di scorte di vecchia produzione, le aspettative per la stagione commerciale 2018/19 – riferisce Assomela – restano ragionevolmente positive, soprattutto per i frutti di qualità e calibro superiore. Persistono i nodi dell’embargo russo, prolungato da Mosca per altri dodici mesi, e dell’instabilità del quadro politico ed economico in Nord Africa, due fattori che potrebbero influire sfavorevolmente sugli sviluppi dell’export.

I ricambi varietali, con l’introduzione di coltivazioni più apprezzate dal mercato, e il ruolo dell’industria di trasformazione, in grado di assorbire i prodotti non idonei al consumo fresco, rappresentano al contrario due importanti fattori di stimolo, in un contesto comunque favorevole, anche in previsione di una minore pressione concorrenziale dall’emisfero meridionale.

Al riguardo, Assomela prefigura uno scenario di minori importazioni in Europa sia per le maggiori disponibilità interne sia per un effetto-cambio sfavorevole a diversi paesi extra-UE, dopo il deprezzamento dell’Euro nel cross con il Dollaro USA.

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