Prosegue il pressing delle nocciole turche alle frontiere italiane. A tutto il mese agosto, rivela la Coldiretti sulla base degli ultimi aggiornamenti dell’ISTAT, le importazioni da Ankara hanno fatto segnare una crescita del 30% rispetto ai primi otto mesi del 2017, con gli arrivi, costituiti in prevalenza da prodotto sgusciato, ammontati ad oltre 20.500 tonnellate, corrispondenti a più di due terzi delle importazioni totali.

Il quadro potrebbe tuttavia rapidamente mutare, basandosi sulle più recenti informazioni fornite dall’Associazione degli esportatori del Mar Nero. I conteggi riferiti al primo trimestre della campagna 2018-19 (settembre-novembre) certificano infatti una brusca inversione di rotta delle esportazioni turche che hanno già fatto segnare, su base annua, riduzioni nell’ordine del 10,6% a volume e del 24% in valuta.

Una virata che incorpora, in questi primi tre mesi della nuova campagna, gli esiti di un raccolto di nocciole più scarso, rispetto all’extra-produzione della scorsa stagione, stando per lo meno alle valutazioni del dipartimento dell’Agricoltura americano, nonché gli effetti delle gravi difficoltà economiche e valutarie del Paese.

L’Unione Europea, che in questi tre mesi ha assorbito il 77% delle vendite complessive di Ankara (69.500 tonnellate circa, su un totale 90.300 finora esportate), resta il principale mercato di sbocco, grazie soprattutto agli acquisti italiani, necessari a compensare il deficit strutturale dell’offerta interna rispetto ai fabbisogni industriali. Da rilevare, inoltre, che il calo dei corrispettivi valutari, più accentuato rispetto alla flessione dei quantitativi esportati, segnala un’ulteriore riduzione dei prezzi interni, nonostante il programma di acquisti avviato a novembre dal Turkish Grain Board, l’agenzia che effettua per conto del governo i ritiri di mercato.

Nell’intera campagna trascorsa (da settembre 2017 ad agosto di quest’anno) la Turchia ha venduto all’estero un quantitativo di 287 mila tonnellate, incassando $ 1,78 miliardi. Numeri che suggellano il primato assoluto di Ankara, anche per livelli di produzione, con un potenziale pari ad oltre due terzi dell’intera offerta mondiale di nocciole.

 

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