L’unica cosa certa della vendemmia 2018 è il recupero produttivo rispetto allo scorso anno, d’altro canto sarebbe stato molto difficile fare peggio di quella che, quantitativamente, è stata tra le peggiori annate di sempre. Ma dal punto di vista qualitativo, nel momento in cui le operazioni di raccolta sono già cominciate sia in Italia che in Francia, col passare dei giorni crescono le incognite.
Dubbi che in Italia dipendono soprattutto all’ondata di maltempo che sta flagellando la penisola, in questi ultimi giorni di agosto mentre in Francia sono legati ai violenti attacchi di peronospora che hanno contrassegnato in particolare le regioni atlantiche e che al momento consigliano prudenza prima di avanzare stime qualitative.
In Italia, come accennato, i problemi principali sono legati all’ondata di maltempo di questi giorni. Solo nella giornata di ieri, come denunciato dalla Coldiretti, la violenta grandinata che si è abbattuta sul Salento ha distrutto, stima la Coldiretti jonica, circa il 60% dei grappoli di Negramaro. Situazione che ha spinto Coldiretti a richiedere di avviare le verifiche per ottenere una dichiarazione di stato di calamità.
La forte grandinata registrata in Salento va inoltre ad appesantire ulteriormente il già gravoso conto dei danni da maltempo registrati nelle campagne italiane dall’inizio dell’anno.
In tutti i modi, e al netto di ulteriori fenomeni atmosferici avversi di qui alla fine delle operazioni di raccolta, la produzione in Italia dovrebbe attestarsi – secondo Coldiretti – attorno i 47 milioni di ettolitri con un incremento in quantità rispetto allo scorso anno atteso tra il +10 e il +20%.
Si annuncia quindi un nuovo “testa a testa” produttivo tra Italia e Francia per chi dovrà ottenere la leadership produttiva mondiale. In Francia infatti, secondo i dati resi noti dal ministero dell’Agricoltura di Parigi la produzione 2018 dovrebbe attestarsi attorno ai 46,1 milioni di ettolitri con un incremento rispetto allo scorso anno (quando la produzione fu falcidiata dalle gelate primaverili) del 20%.
«Quest’anno invece l’ondata di caldo che pure si è registrata nel mese di agosto non sembra aver influito sul potenziale produttivo almeno fino al 20 agosto» si legge in una nota di Agreste, il dipartimento statistico del Ministero dell’Agricoltura di Parigi, che quindi si aspetta il ritorno di una produzione coerente con le medie degli anni precedenti il 2017.
La peronospora, la cui diffusione è stata favorita in tutte le regioni viticole da una serie di precipitazioni registrate in primavera, è stata «particolarmente virulenta nei bacini della costa atlantica e specialmente nel Mediterraneo – secondo Agreste- dove porterà a perdite di raccolto».
L’area della Languedoc-Roussillon, della Corsica e del Sud-Est della Francia sarebbero quindi gli unici bacini di produzione in calo rispetto alla media quinquennale.
L’ondata di caldo, che ha colpito il resto della Francia, ha invece rallentato la progressione di questa malattia e ha spinto i produttori ad anticipare le operazioni di raccolta in particolare in Borgogna, Beaujolais, Alsazia e Champagne.
A Bordeaux, la muffa ha colpito principalmente i Merlot, ma non dovrebbe impedire alla produzione di ritornare a livelli più in linea con le medie del passato e cioè tra 5,4 e 5,8 milioni di ettolitri.
Tuttavia, gli esperti – conclude la nota di Agreste – intendono attendere la fine dell’invaiatura e la piena maturazione delle uve per valutare con maggiore precisione l’entità delle perdite causate dalla peronospora.