Per tre quarti (74,9%) del totale le giacenze di vino nelle cantine italiane sono costituite da denominazioni d’origine e indicazioni geografiche protette. Il dato emerge dalla fotografia scattata a fine novembre dall’ICQRF, l’Ispettorato centrale repressione frodi, nel Bollettino “Cantina italia” n. 20, basato sul Registro telematico.

Si tratta, tra DOP e IGP, di uno stock di 36,2 milioni di ettolitri su un ammontare complessivo, considerando anche i vini comuni e varietali, di 48,3 milioni, un quantitativo solo di poco inferiore all’ultimo dato vendemmiale, stimato tra i 49 e i 52 milioni di ettolitri.

Significativa anche la giacenza di mosti, per un totale di 12,7 milioni di ettolitri, a cui si aggiunge un quantitativo pressoché analogo di vini di nuova produzione ancora in fermentazione. Le prime 15, tra denominazioni d’origine e indicazioni geografiche, coprono oltre la metà degli stock di vini del circuito tutelato, con il primato schiacciante del Prosecco Doc, che totalizza poco più di 3,2 milioni di ettolitri, corrispondenti ad oltre il 9% del totale.

Il ranking prosegue con l’IGT delle Venezie, al 4,5% di quota, e con altre 4 IGT rappresentate nell’ordine da Terre Siciliane, Veneto, Puglia e Toscana. Seguono la DOCG Chianti e ancora 2 IGT: Salento e Rubicone. Tra i primi quindici anche la DOC Montepulciano d’Abruzzo, le DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco e Chianti Classico e due IGT venete (Provincia di Verona e Tre Venezie).

Da rilevare che le prime dieci denominazioni e indicazioni geografiche, ad eccezione del Prosecco che esibisce volumi decisamente più rilevanti, registrano giacenze superiori a un milione di ettolitri. Per il Barolo, diciottesimo nell’elenco delle DOP-IGP, si arriva a quota mezzo milione, contro i 400 mila ettolitri dell’Amarone della Valpolicella e i 353 mila del Brunello di Montalcino.

Nel segmento delle DOC-DOCG, che totalizza poco più di 24 milioni di ettolitri, il dettaglio regionale assegna un 30% abbondante di quota alle cantine del Veneto, con quasi 7,4 milioni. Seguono Toscana, Piemonte e Trentino Alto Adige con volumi superiori ai 2 milioni di ettolitri, mentre la prima Regione del Sud per giacenze di vini a denominazione d’origine è la Sicilia, preceduta però anche dal Friuli Venezia Giulia.

Nel circuito IGT il primato è ancora del Veneto, con quasi un quarto degli stock totali della categoria e poco meno di 3 milioni di ettolitri in termini assoluti. Segue la Puglia a quota 2 milioni, davanti a Emilia Romagna, Toscana e Sicilia.

Per varietali e comuni, l’Emilia Romagna con quasi 3,8 milioni di ettolitri concentra poco meno di un terzo del totale, seguita nell’ordine da Puglia e Veneto.

Nel più ampio contesto europeo, le cantine italiane si collocano in seconda posizione per volumi di giacenze vinicole. I dati pubblicati da Bruxelles, basati sulle denunce al 31 luglio 2018, assegnano all’Italia un volume di 40,5 milioni di ettolitri, inferiore solo ai 47,9 milioni della Francia. Seguono con 30,5 milioni di ettolitri la Spagna e con poco più di 11 milioni la Germania.

A livello UE le giacenze enologiche, per un totale di 171,6 milioni di ettolitri nell’istantanea di fine luglio, hanno fatto segnare su base annua una flessione del 9,9%, con riduzioni di oltre il 14% in Italia, del 12% in Francia e di quasi il 10% in Spagna.

Il grosso delle giacenze (oltre il 70%), stima ancora la Commissione europea, risulta in capo ai produttori, mentre la quota residua è detenuta da buyer e altri operatori del trade.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *