Tutelare la biodiversità, potenziare il turismo enogastronomico e restituire ai settori anticiclici dell’agricoltura e dell’agroalimentare il loro ruolo di pilastri dell’economia.

Sono le principali motivazioni che hanno spinto i comuni reggiani di Casalgrande, Castellarano, Vezzano sul Crostolo e Viano ad entrare nella Compagnia della Spergola, nata nel 2011 per rilanciare e valorizzare l’antichissimo vitigno, le cui prime fonti scritte risalgono al 1580, quando la granduchessa di Toscana, Bianca Cappello, citava «il buon vino bianco di Scandiano» (in provincia di Reggio Emilia).

A decretare l’ingresso dei nuovi comuni è stata la firma, mercoledì 29 agosto, a Scandiano, del Protocollo d’Intesa della Compagnia della Spergola, alla presenza del deputato PD in Commissione Agricoltura, Antonella Incerti, e del Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

La Compagnia della Spergola riunisce oggi otto cantine produttrici. Quattro di loro (Casali Viticultori, Società agricola Aljano, Azienda Vinicola Alfredo Bertolani e Società Cooperativa Emiliawine) hanno aderito alla Compagnia da quando questa venne fondata, l’8 maggio 2011, firmando il protocollo insieme al Comune di Scandiano e alla Provincia di Reggio. Le altre quattro cantine, Cantina Fantesini, Azienda Agricola Reggiana, Cantina Collequercia e Cantina Sociale di Puianello e Coviolo, insieme ai loro comuni di appartenenza, Bibbiano, Albinea e Quattro Castella, si sono unite nell’agosto 2016.

Oggi, nel complesso, la superficie coltivata a Spergola dei territori appartenenti alla Compagnia si estende su 115 ettari censiti, per la produzione di 15mila quintali d’uva e 10.500 litri di vino. «Oggi dalle cantine escono 300mila bottiglie, ma il potenziale è di un milione – spiega il presidente della Compagnia della Spergola, Giorgio Monzali -. Si comprende quindi come il lavoro di promozione e comunicazione che ci aspetta sia enorme. Tra le tappe importanti del nostro percorso, ricordo la presenza al Vinitaly di quest’anno, dove ci siamo presentati come “Spergola e territorio”. Ecco, proprio questa è la nostra filosofia: fare rete tra produttori, presentare il nostro territorio e la nostra storia, andare oltre la singola cantina ed etichetta e incrementare di conseguenza anche l’economia e il patrimonio locali».

Davide Frascari è presidente di Emilia Wine, cooperativa che lavora l’80% della produzione di Spergola, e presidente del Consorzio dei Vini Reggiani, che ha ricevuto dal ministero delle Politiche Agricole il compito di tutela della denominazione. «In futuro – spiega – l’idea è quella di far uscire la Spergola dall’IGP Emilia, sia per delimitare in modo più preciso l’area di produzione, sia per alzare ulteriormente l’asticella della qualità. Inoltre, stiamo valutando una sottozona della DOC a più elevata vocazione dove destinare vigneti a DOCG per la produzione della gamma più pregiata di Spergola».

Vitigno tipico della zona di Scandiano, vinificato sia fermo che frizzante, la Spergola esprime il suo massimo potenziale come vino spumante. Definito dai più, per molto tempo, “Bianco di Scandiano”, col suo inserimento nel 2001 nel Registro Nazionale delle varietà di vite, oggi viene chiamato semplicemente Spergola.

 

 

 

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