«Il Consiglio europeo terrà un primo importante scambio di opinioni sul quadro finanziario pluriennale 2021-2017». Lo ha annunciato il presidente, Donald Tusk, alla vigilia del summit che si aprirà nel pomeriggio di domani, 13 dicembre, a Bruxelles. Il dibattito dei capi di Stato e di governo – ha indicato Tusk – si svolgerà sulla base di una relazione della presidenza del Consiglio sullo stato dei lavori. Dal canto suo, come contributo alla discussione, la Commissione ha diffuso nei giorni scorsi una comunicazione nella quale, in particolare, si auspica il raggiungimento di un accordo politico prima delle elezioni europee in programma a fine maggio dell’anno venturo.
Secondo gli addetti ai lavori, sarà difficile rispettare la scadenza prospettata dalla Commissione, tenuto conto della diversità delle posizioni sinora espresse e del fatto che l’intesa tra i leader richiede l’unanimità.
Da ricordare che per l’agricoltura la proposta della Commissione prevede una riduzione dei finanziamenti nel periodo 2021-2027 di circa € 60 miliardi. E il taglio sarebbe più profondo per i programmi di sviluppo rurale, con circa il 20% in meno rispetto alla dotazione 2014-2020.
A seguito del rinvio del voto al Parlamento britannico, il Consiglio europeo tornerà ad occuparsi della Brexit. Tuttavia, il Presidente Tusk ha già indicato che c’è la massima disponibilità a discutere su come agevolare la ratifica da parte del Regno Unito, ma «l’accordo non sarà rinegoziato». Tusk ha anche sottolineato che «dato che i tempi stringono (la Brexit scatterà il 29 marzo 2019), i capi di Stato e di governo discuteranno anche dei preparativi in vista di un recesso senza accordo».
Nel caso di una “hard Brexit” verrebbero ripristinati i controlli doganali e le esportazioni di prodotti agroalimentari sul mercato britannico sarebbero sottoposte a tariffe oscillanti tra il 10% e il 30%.
Dopo la riunione dei leader UE, lunedì 17 dicembre, si terrà l’ultima sessione del Consiglio Agricoltura sotto la presidenza di turno austriaca. Per quanto riguarda la riforma della PAC, la presidenza si limiterà a presentare un documento sull’esito delle discussioni finora svolte, da trasmettere alla prossima presidenza romena che si insedierà il 1 gennaio 2019. Resta ancora lontano il traguardo di un compromesso tra i Ministri dell’Agricoltura sulla PAC post 2020.
Intanto, al Parlamento europeo sul progetto di relazione riguardante la riforma della PAC sono stati presentati circa 7 mila emendamenti. I gruppi politici sono al lavoro per ridurre drasticamente il numero, ma si fa strada l’ipotesi di una sospensione di fatto delle discussioni, senza tentare di giungere almeno ad un voto in Commissione Agricoltura prima delle elezioni europee.
Insomma, la nuova PAC sarà materia per il nuovo Europarlamento e per l’Esecutivo UE che si insedierà all’inizio di novembre 2019. C’è solo da attendere, sotto l’aspetto formale, la proposta di regolamento per prorogare la regolamentazione in vigore.