Via libera, negli USA, al nuovo Farm Bill. Mentre a Bruxelles il negoziato sulla riforma della PAC segna il passo e si prepara la proroga della normativa in vigore; a Washington, la Camera dei Rappresentanti e il Senato hanno approvato la legge sull’intervento pubblico a favore dell’agricoltura americana per i prossimi cinque anni, con una dotazione finanziaria di $ 867 miliardi. Per completare la procedura manca solo la firma del presidente Trump, ma non sono previste sorprese. L’iter dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno.

«Incoraggio il Presidente a firmare il testo approvato dal Congresso», ha dichiarato il Segretario di Stato all’Agricoltura, Sonny Perdue. Il nuovo Farm Bill, ha aggiunto, «fornirà una solida rete di sicurezza per gli agricoltori e gli allevatori». In effetti, con la nuova legge non sono state varate sostanziali innovazioni rispetto alla precedente normativa per il settore scaduta alla fine di settembre.

L’asse portante dell’intervento pubblico continuerà ad essere rappresentato dalle polizze assicurative a costo agevolato per la tutela dei redditi nelle fasi di discesa dei prezzi all’origine. Finora il 70% delle polizze è stato sottoscritto dai produttori di seminativi. Per questo, il Congresso ha varato alcuni adattamenti del sistema a favore dei produttori di latte.

Invariati anche i criteri per l’assegnazione degli aiuti alimentari agli indigenti (i Food stamps). Non sono passate, infatti, le modifiche proposte dalla Camera dei Rappresentanti che, secondo il Senato, avrebbero ridotto di circa due milioni i beneficiari del sostegno.

Una novità in assoluto è rappresentata dall’autorizzazione alla coltivazione della canapa, consentita finora solo a titolo sperimentale e sulla base di apposito permesso rilasciato dall’USDA.

Inoltre, è stato disposto uno stanziamento di $ 350 milioni l’anno, per fornire una connessione internet ad alta velocità nelle aree rurali. Le associazioni professionali degli agricoltori hanno accolto positivamente l’approvazione del nuovo Farm Bill. Ma in questi giorni l’attenzione è soprattutto rivolta agli sviluppi del contenzioso commerciale con la Cina.

Nell’ambito dell’intesa raggiunta ai margini della recente riunione del G-20, in Argentina, per la ripresa dei negoziati bilaterali, la Cina ha anche assunto l’impegno a far ripartire gli acquisti di soia americana, anche se il dazio aggiuntivo pari al 25% resterà formalmente in vigore. Le importazioni dovrebbero essere utilizzate per accrescere gli stock pubblici.

Secondo fonti dell’USDA, gli acquisti ripartiranno all’inizio del 2019, per un quantitativo iniziale di circa 6 milioni di tonnellate.