La sicurezza sarà il tema centrale nel secondo dei cinque giorni di dibattito al Parlamento, in cui la lunga sessione di martedì si è protratta fino alle prime luci dell’alba. Si attende oggi la pubblicazione ufficiale del parere legale del governo sulla Brexit alle ore 11:30 inglesi.

I ministri hanno accettato di rendere pubblico in toto il parere legale in seguito alla mozione dei parlamentari contro l’iniziativa unilaterale del governo che ha ignorato la volontà parlamentare di vedere pubblicato il testo.

L’accordo del Primo Ministro è stato approvato dai leader dell’UE, ma deve anche essere sostenuto dal Parlamento del Regno Unito, per poter entrare in vigore. I parlamentari decideranno se respingerlo o accettarlo martedì prossimo, 11 dicembre.

Il Regno Unito lascerà l’Unione Europea il 29 marzo 2019. I ministri dicono che se i parlamentari rifiutassero tale accordo aumenterebbero le possibilità per il Regno Unito di uscire senza un accordo o di non uscire affatto dall’UE.

I ministri tentano oggi di conquistare il voto dei parlamentari, con un dibattito di otto ore sugli aspetti relativi alla sicurezza e all’immigrazione dell’accordo di ritiro.

Nel frattempo, durante alcune sessione private, la premier May potrebbe continuare a fare pressioni su piccoli gruppi di parlamentari favorevoli all’accordo. La May affronterà le domande del leader laburista Jeremy Corbyn, a metà giornata, prima che inizi il dibattito sulla Brexit.

Il ministro della Brexiteer, Michael Gove, ha avvertito i colleghi parlamentari che se non votano per l’accordo di May, “rischia di non esserci alcuna Brexit”. Inoltre, il Segretario alle Politiche Ambientali ha replicato: “Sosterremo fortemente il fatto che questo accordo è nel miglior interesse del Paese. Intendiamo esprimere la volontà dei 17,4 milioni di persone che hanno votato per lasciare l’Unione Europea perché se non appoggiamo il Primo Ministro, rischia di non esserci una Brexit e ritengo che questo possa essere fatale per la fede nella democrazia “.

Dall’altro lato, un ex capo conservatore ha affermato che si aspetta che il Primo Ministro perda la fiducia. Mark Harper, che ha sostenuto il Remain durante il referendum, ha comunicato al Daily Telegraph che avrebbe votato contro l’accordo di ritiro, e ha previsto che l’accordo sarebbe stato respinto da 80 dei suoi colleghi di partito. Inoltre, ha esortato il Primo Ministro a rinegoziarlo, insistendo sul fatto che allo stato attuale, è solo un peggioramento per il Regno Unito.

La prima sconfitta: il governo ha perso l’occasione di far valutare separatamente il parere legale da un ristretto comitato di parlamentari.

La seconda: i ministri, non avendo tenuto in conto la volontà parlamentare, sono stati costretti a concedere la pubblicazione per intero del parere legale, nonostante avessero in prima istanza sostenuto la tesi della estraneità nell’interesse nazionale.

Infine, la terza sconfitta si è manifestata nella tensione in sede parlamentare, data la reticenza dei Comuni sull’accordo raggiunto dalla May.

Potenzialmente tutto questo potrebbe evolversi nella possibilità che il Parlamento riesca a strappare il controllo della Brexit dai ministri, ne caso in cui i parlamentari premano per un “Piano B” rispetto all’accordo di May, per evitare l’ipotesi di un’uscita hard.

L’ex procuratore generale Dominic Grieve, che ha presentato la mozione, ha dichiarato che “consentirà al Regno Unito di prendere in considerazione le varie opzioni”; riprendere i negoziati con l’UE o dare alla popolazione l’ultima parola.

Il leader dei liberaldemocratici, Sir Vince Cable, ha dichiarato: “I Comuni sono ora molto propensi a contrastare nuovamente il governo sull’accordo Brexit, a quel punto il Paese dovrà appellarsi alla volontà del popolo riguardo la scelta tra l’accordo o la permanenza nell’UE “.

Gli ex ribelli tra i Remaineers hanno ora una possibilità di ottenere ciò che vogliono qualora l’accordo governativo venisse respinto, ovvero di ottenere un voto di maggioranza per un accordo in stile norvegese o, meno probabilmente, le basi per un altro referendum.

Ciò non passerà inosservato ai Brexiteers, che potrebbero ritenere che l’accordo di May come l’opzione migliore a disposizione, piuttosto che rischiare una Brexit più morbida e stentata.

Tuttavia, il leader laburista Jeremy Corbyn ha sottolineato come l’accordo governativo rimanga solo un pessimo affare per il Regno Unito, e che proprio il suo partito avrebbe cercato un voto di sfiducia nei confronti del governo , qualora non venisse rispettata la volontà parlamentare.

Nigel Dodds, leader del DUP a Westminster, ha detto che l’accordo “non è all’altezza” di eseguire una Brexit “come un Regno Unito”; ovvero si rischierebbe di entrare in “un mondo crepuscolare dove l’UE avrebbe poteri senza precedenti sul Regno Unito”.

L’ex segretario agli Esteri, Boris Johnson ha respinto l’accordo come una “pseudo-Brexit fasulla” e ha detto che i suoi sostenitori avrebbero “voltato le spalle” ai 17,4 milioni di elettori che hanno votato per il leave.

Il capo dello SNP di Westminster, Ian Blackford, ha affermato che ” l’accordo ha rappresentato un momento di autolesionismo nella nostra storia”. “Non è troppo tardi per tornare indietro. Fondamentalmente, non esiste alcuna opzione migliore per la nostra economia, per i posti di lavoro e per le nostre comunità tranne che rimanere nell’Unione Europea”.

 

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