La Regione Emilia Romagna, per sostenere le aziende agricole in balia dei potenziali danni legati alle ondate di maltempo, al punto che più volte nel territorio, soprattutto montano ma non solo, negli ultimi anni, è stato dichiarato lo stato di calamità naturale, ha aperto in questi giorni un bando del valore di € 16,8 milioni nell’ambito della focus area P3b del Piano di sviluppo rurale, il cui tema è «la prevenzione e la gestione dei rischi aziendali», che corrisponde al “fabbisogno F12”, ossia il «ripristino del potenziale agricolo e forestale danneggiato». Le aziende a rischio sono soprattutto quelle in territorio appenninico.

Non a caso il bando si orienta, nello specifico, a tutelare gli agricoltori che operano in territori a rischio frana, conseguenza di quel dissesto idro-geologico che si manifesta pericolosamente in caso di aumento fuori dalla norma delle precipitazioni e di forti venti.
Priorità, per coloro che inoltreranno domanda di partecipazione al bando – che sarà possibile effettuare dalla fine di novembre presso i Centri autorizzati di assistenza agricola e on line sulla piattaforma SIAG di AGREA, e la cui scadenza è prevista il 14 febbraio 2019 – va agli imprenditori agricoli la cui attività consiste nell’utilizzo di ricoveri zootecnici, fienili, immobili dedicati alla trasformazione dei prodotti per la loro commercializzazione, magazzini per macchine e attrezzature. Strutture a rischio, insomma, che, in caso di eventi franosi, causerebbero enormi danni mettendo fortemente a repentaglio la possibilità di proseguire le attività da parte delle aziende.

Le azioni che potranno essere realizzate usufruendo del contributo del PSR per diminuire i margini di rischio e assicurare un’azione di prevenzione contro frane e smottamenti, sono opere di regimazione idraulico-forestali (in acque non demaniali) prevalentemente mediante tecniche di ingegneria naturalistica o di bio-ingegneria forestale (briglie, traverse, muretti, palificate, gradonate, terrazzamenti) e di drenaggio di acque superficiali (canalizzazioni, pozzetti e altro).

Fra le spese ammissibili (finanziate all’80% nel caso di progetti di aziende agricole singole e al 100% nel caso di associazioni di imprese attive in agricoltura nell’ambito di un progetto comune, oppure di istanze presentate da enti pubblici), da € 5mila a € 150mila, figurano anche i costi delle consulenze necessarie per la realizzazione delle opere di messa in sicurezza.

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