Pubblicato il documento della Commissione UE sull’ipotesi di un mancato accordo: per l’agroalimentare incubo ispezioni su sicurezza e utilizzo di prodotti fitosanitari.

In assenza di un’intesa con il governo di Londra, a partire dal 29 marzo 2019 il Regno Unito diventerà a tutti gli effetti un Paese Terzo. Si avranno ripercussioni sui cittadini, sulle imprese e sulle amministrazioni, tra cui: controlli alla frontiera esterna dell’UE con il Regno Unito; check sulla validità dei certificati e delle autorizzazioni rilasciati dalle amministrazioni britanniche.  Ci saranno disagi ad esempio nelle catene di approvvigionamento

Inoltre, in caso di “hard Brexit” dovranno essere effettuati anche ispezioni e controlli sul rispetto delle regole europee in materia di sicurezza alimentare e utilizzo di prodotti fitosanitari. Inoltre, sugli scambi commerciali si applicheranno le tariffe stabilite dal WTO, che per i prodotti agricoli oscillano tra il 10% e il 40 %. L’applicazione delle tariffe ridurrà la competitività delle produzioni in arrivo dagli Stati membri dell’Unione, e non sarà assicurata la tutela delle denominazioni di origine e di qualità.

Il Regno Unito è importatore netto di prodotti agroalimentari che finora arrivano in prevalenza dagli Stati membri. Nel caso degli ortofrutticoli, gli acquisti dall’Unione incidono per oltre l’80 % sul totale delle importazioni. Le esportazioni italiane di settore ammontano a circa € 3,3 miliardi l’anno. Vini e ortofrutticoli sono i prodotti più richiesti dai consumatori britannici.

 

 

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