Nessun rischio per la salute: l’agroalimentare italiano è assolto. Dopo la bufera che a luglio scorso ha coinvolto le eccellenze della nostra tavola, quando si parlò della bozza di un documento ONU che paragonava al fumo la portata lesiva di alimenti come olio di oliva o Grana, l’Assemblea delle Nazioni Unite fa un passo indietro, azzerando tutti i riferimenti ai gioielli di casa nostra. Nel documento presentato oggi su input dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non compaiono le raccomandazioni che definivano lesive i prodotti italiani e sono eliminati tutti i riferimenti all’obbligo di interventi fiscali, come la Stax (Sugar, Tobacco and Alcohol Tax), per calmierare il consumo di prodotti nocivi.

Assolti da tutte le accuse, parmigiano, olio di oliva, formaggi e salumi italiani, tornano a far bella mostra di sé nel parterre delle eccellenze gastronomiche italiane: quel che rimane nel documento è una raccomandazione all’uso moderato di (la dicitura è generale) zuccheri, sali e grassi e un riferimento alla responsabilità individuale per un corretto stile di vita. Scomparsi anche i riferimenti alla cosiddetta «etichettatura a semaforo», un sistema finalizzato a moderare il consumo di grassi, sale, zuccheri e alcool e che grande preoccupazione aveva destato nel comparto dell’agroalimentare italiano.

Se confermate, le accuse rivolte alle nostre eccellenze gastronomiche, avrebbe procurato un danno incalcolabile al settore, mettendo a rischio tutti i traguardi raggiunti negli ultimi decenni in termini di qualità e sicurezza. Soddisfatta la Coldiretti, tra i primi a lanciare l’allarme sulla minaccia maturata in sede ONU. «È stata sventata – hanno detto alla Coldiretti – una pericolosa deriva internazionale per mettere sul banco degli imputati i principali prodotti del Made in Italy a causa del loro contenuto in sale, zucchero e grassi anche con l’apposizione di allarmi, avvertenze o immagini shock sulle confezioni per scoraggiarne i consumi». E grande soddisfazione è espressa anche dal Presidente uscente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia.

 

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