L’allarme lanciato dalla Coldiretti fa breccia a Bruxelles e non ci sarà alcuna deregulation sui vini varietali prodotti da vitigni internazionali. A lanciare l’allarme nei giorni scorsi era stata la Coldiretti secondo la quale si stava profilando un vero e proprio colpo di mano. Una modifica del regolamento 607/2009 sull’etichettatura dei vini, messa a punto dalla stessa Commissione e trasmessa a Consiglio e Parlamento per l’approvazione definitiva prevedeva la «possibile cancellazione da parte di Bruxelles dell’indicazione dell’origine delle uve di vitigni internazionali come Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sauvignon e Shiraz».

In sostanza secondo la Coldiretti la misura allo studio avrebbe esteso ai vini “varietali” ovvero prodotti da vitigni internazionali coltivati in Italia, la possibilità già prevista per gli spumanti generici, cioè quelli non a denominazione d’origine né a indicazione geografica, che prevedono l’indicazione in etichetta solo del paese nel quale avviene la spumantizzazione ovvero l’ultima trasformazione sostanziale senza alcun riferimento invece a quello dal quale provengono le uve. Tale modifica secondo la Coldiretti avrebbe potuto aprire spazi per vini prodotti da uve importate da altri paesi e poi commercializzati dietro simboli e marchi tricolore ma senza alcun legame con l’Italia amplificando così ancora di più il fenomeno della contraffazione.

Un allarme di questo tipo e solo relativamente al caso degli spumanti era stato lanciato nei mesi scorsi proprio su questo giornale da Lamberto Frescobaldi. Frescobaldi aveva appunto parlato della possibilità che uve e mosti importati vengano spumantizzati in Italia e di fatto “nazionalizzati” solo perché l’ultima trasformazione (cioè la spumantizzazione) è avvenuta in Italia.
Ora un analogo cortocircuito stava per avvenire anche per i vini “varietali” quella categoria vini, creata dalla riforma OCM del 2008 (ed entrata in vigore nel 2009) che si ponevano a metà tra i vini da tavola e quelli a indicazione geografica e che pur non avendo un riconoscimento DOP o IGP dovevano comunque indicare il paese di origine della materia prima.

Una nuova categoria che comunque in questi anni è riuscita a ritagliarsi uno spazio di mercato in particolare all’estero. Adesso questa deregulation sull’indicazione d’origine stava per coinvolgere anche questi prodotti. Rischio che grazie all’allarme lanciato dalla Coldiretti è stato sventato. Da fonti della Commissione UE è infatti trapelato che «Non ci sarà cancellazione dell’indicazione di origine delle uve dai vini prodotti con vitigni internazionali (Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sauvignon e Shiraz).

Il testo del regolamento sull’etichettatura dei vini attualmente all’esame delle istituzioni UE (e contestato dalla Coldiretti) sarà rettificato per garantire un’interpretazione corretta, confermando l’indicazione di origine delle uve. Il periodo di due mesi in cui Europarlamento e Consiglio possono presentare obiezioni al testo inizierà nel momento in cui i co-legislatori saranno informati di questo cambiamento».

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