Bloccare i contributi UE alla produzione a chi abbandona l’oliveto. È la proposta choc lanciata nel corso dell’audizione che si è tenuta sull’emergenza Xylella fastidiosa in Puglia alla Commissione Agricoltura della Camera dal Presidente del Consorzio Nazionale Olivicoltori, Gennaro Sicolo.

«Premesso che l’abbandono degli oliveti o comunque la loro mancata cura – ha spiegato Sicolo – è tra le cause alla base della diffusione del batterio in Salento ma va ricordato che una delle precondizioni per incassare gli aiuti PAC alla produzione, anche nel caso degli aiuti disaccoppiati, è la conduzione del proprio fondo secondo le buone pratiche agricole, la mia proposta è che chi ha abbandonato il proprio oliveto, non ha effettuato neanche le buone pratiche agricole e con questa condotta ha favorito la diffusione del batterio arrecando danni incalcolabili ai produttori che invece hanno continuato a mandare avanti le proprie aziende, almeno, venga immediatamente sospeso dall’erogazione degli aiuti UE».

La proposta del Presidente del Consorzio italiano olivicoltori non è stata certo l’unico argomento sollevato nel corso dell’audizione. Molti dei rappresentanti della filiera hanno sottolineato il peso della diffusione di fake news nel rallentare gli interventi di contenimento del batterio. Come già avvenuto nelle precedenti audizioni molti interventi si sono soffermati sui sostegni alla filiera colpita dall’emergenza.

«È fondamentale – ha ricordato il Presidente dell’UNAPROL, David Granieri – che il governo incrementi le risorse del Fondo di Competitività e del Fondo di Solidarietà Nazionale per consentire il pagamento degli ingenti danni alle imprese colpite, anche della trasformazione olearia. È necessario un lavoro comune e un’azione ampia e coordinata, sotto la guida della Commissione, che non può prescindere dal rifinanziamento di un Piano olivicolo nazionale 2.0, indispensabile per la realizzazione dei nuovi impianti con varietà resistenti e per sostenere la ricerca scientifica, sviluppata finora grazie all’impegno volontario di tecnici e studiosi che vanno supportati in modo concreto e duraturo».

In particolare, è stata sottolineata la situazione di difficoltà in cui versano altri anelli della filiera oltre quello strettamente produttivo come il settore del vivaismo olivicolo e quello dei frantoi. «In particolare – ha aggiunto Granieri – sposiamo in pieno la richiesta che arriva dai circa 400 frantoiani nostri soci sia di interventi economici per i frantoi oleari che intendono mantenere la struttura in vita, sia di contributi finalizzati alla dismissione dell’attività di trasformazione degli impianti obsoleti».

 

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