Un’azione strategica centrata sull’aggregazione dell’offerta, sul riconoscimento di organizzazioni interprofessionali e di produttori e promozione del Made in Italy con azioni in grado di aprire nuovi mercati.

Sono queste le priorità emerse dal Tavolo ortofrutta riunito presso il Ministero delle Politiche Agricole. Ma non solo. Altri punti decisivi secondo quanto emerso dal tavolo di filiera dell’ortofrutta sono anche la rimozione delle barriere fitosanitarie, il rafforzamento degli investimenti in ricerca e innovazione, l’aumento dei controlli e la crescente attenzione alla sostenibilità e ai consumatori.

«Quello di oggi è un passo importante – ha commentato il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alessandra Pesce che ha coordinato il tavolo – che conferma il nostro impegno verso i territori e l’ascolto delle esigenze degli operatori. È necessario agire per rafforzare un comparto che vale € 11,6 miliardi e a cui è dedicata una specifica Organizzazione Comune di Mercato. Dobbiamo lavorare per aumentare il livello di aggregazione dell’offerta, per soddisfare un mercato in continuo cambiamento e aumentare la nostra propensione all’export. Per raggiungere questi obiettivi è necessario il contributo di tutti gli operatori, con una visione d’insieme per rendere coesa la filiera e con un approccio strategico alla pianificazione. Il ministero c’è e vuole inaugurare una nuova stagione di concertazione, consapevole che solo con il contributo di tutti si possa vincere la sfida della competitività».

E positivi sono anche i commenti venuti dalle organizzazioni agricole. «Apprezziamo – ha detto Rosario Rago che ha guidato la delegazione di Confagricoltura – che il Ministero per le Politiche Agricole ed il Turismo voglia affrontare le questioni ortofrutticole in una logica di strategia e non di emergenza. Per quanto riguarda gli scambi internazionali – ha aggiunto Rago – si deve agire in una logica non solo “difensiva” ma “offensiva”, puntando alla rimozione delle barriere fitosanitarie dei Paesi concorrenti extra UE e valutando in maniera accurata gli effetti dei vari accordi commerciali tra Unione Europea e Paesi Terzi, in primo luogo quelli euro mediterranei, che possono arrecare pregiudizio alle nostre produzioni e perturbare i mercati».

Il confronto del tavolo ortofrutta è apparso «ampio e partecipato» anche al responsabile del settore ortofrutticolo dell’Alleanza delle Cooperative, Davide Vernocchi. «La filiera ortofrutticola – ha aggiunto Vernocchi – non chiede alle istituzioni risorse finanziarie, bensì un impegno normativo e un’azione politica. Chiediamo all’amministrazione interventi mirati a sostenere la filiera nelle sfide della globalizzazione. Nutriamo grandi aspettative di poter raggiungere pochi ma sostanziali obiettivi quali il rafforzamento dell’aggregazione dell’offerta, l’apertura di nuovi mercati di sbocco e la conseguente rimozione delle barriere fitosanitarie, la creazione di un catasto ortofrutticolo nazionale fondamentale per la programmazione del comparto, la distribuzione agli indigenti delle produzioni trasformate eccedenti una ricerca sempre più vicina alle esigenze delle imprese».

Vernocchi ha infine ricordato il peso occupazionale rivestito dal settore ortofrutticolo. «Va ricordato – ha concluso – che per ogni ettaro di frutteto perduto, vengono a mancare nella filiera circa 400-500 unità lavorative, 100 volte di più delle risorse occupate per la coltivazione di un ettaro di seminativi». Un motivo in più per tutelare la competitività delle imprese ortofrutticole Made in Italy.

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