Pesano embargo russo e inasprimento competitivo sui mercati europei. Nel complesso l’ortofrutta perde il 9% ma solo l’1,2% in termini valutari. Migliora il saldo con un surplus di 400 milioni

Il 2018 si sta rivelando un anno difficile per l’ortofrutta italiana. L’export arranca e altri dodici mesi di embargo russo, già deliberati da Mosca, rischiano di creare un vuoto permanente, in un mercato strategico che sta puntando ormai strutturalmente sulle forniture di altri Paesi.

A questo scenario non roseo si sommano l’incognita Brexit e l’inasprimento del quadro competitivo in Europa dove non è solo il pressing spagnolo a dare filo da torcere agli esportatori italiani, più esposti alle pressioni di altri competitor, soprattutto nordafricani.

Le difficoltà sono certificate dai dati di Fuitimprese, l’associazione che riunisce trader e operatori esteri del settore, che nei primi quattro mesi del 2018 rivelano una flessione di quasi il 9% dell’export a volume (con un pesante meno 23% per la frutta) e un calo dell’1,2% in valuta.

Anche Fepex, corrispettivo spagnolo di Fruitimprese, segnala uno stallo delle vendite all’estero di frutta e ortaggi, con una riduzione frazionale del fatturato sceso dello 0,8% nel bilancio dei primi cinque mesi di quest’anno.

Nei numeri di Fruitimprese, soprattutto nel tracollo della frutta fresca, non ci sono ancora gli esiti (si spera positivi) della campagna di commercializzazione delle drupacee estive. Per pesche e nettarine l’estero rappresenta uno sbocco non secondario, in grado di assorbire annualmente oltre un terzo delle disponibilità nazionali.

Anche su questo fronte, seppure in un contesto nettamente migliore rispetto alla scorsa campagna, Fruitimprese denuncia una politica di sconti piuttosto aggressiva da parte di Madrid che rischia di creare qualche disagio alle produzioni italiane, spiazzandole soprattutto sul mercato tedesco.

Al netto di quelli che saranno gli esiti della frutta estiva, i risultati fino a tutto il mese di aprile mettono il settore di fronte a un’amara realtà fatta di numeri negativi anche per la frutta secca e di minori incassi oltre confine dalle vendite soprattutto di ortaggi (-4,8%), che a volume archiviano però un progresso di quasi 4 punti percentuali.

A tirare il freno in questo primo scorcio dell’anno sono anche le importazioni, con un meno 4% di arrivi fisici, per l’insieme dei prodotti ortofrutticoli, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e con un esborso monetario alleggerito di oltre il 7%.

L’effetto combinato delle dinamiche import-export ha lasciato se non altro un risultato positivo in termini di saldi. La bilancia ortofrutticola nazionale ha chiuso i conti in surplus per oltre 400 milioni di euro, risultato che si confronta con un attivo di 340 milioni scarsi registrato nel gennaio-aprile del 2017 (+22%).

 

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