Il Food Price Index, l’indicatore della FAO che sintetizza la dinamica dei prezzi delle commodity agricole e alimentari, segnala calma piatta ad agosto. A un quadro stabile su base mensile ha fatto riscontro, tuttavia, una flessione dei prezzi del 5,4% anno su anno.

A livello di sotto indici, elaborati per i principali comparti produttivi, emergono, nella dinamica congiunturale, divergenze anche significative. Il rimbalzo dei cereali, con rincari particolarmente accentuati per i frumenti, ha bilanciato il mese scorso la caduta dei lattiero-caseari, di oli e grassi (scesi ai più bassi livelli da 35 mesi) e dello zucchero, in crash anche ad agosto e al minimo decennale.

 

Mercati stabili invece per le carni, con andamenti comunque differenziati a livello di singole produzioni. Procedendo con ordine, gli esperti dell’Agenzia per l’Alimentazione delle Nazioni Unite segnalano ad agosto un più 4% per l’insieme dei cereali, con rincari nell’ordine di 8 punti percentuali per i frumenti e del 3% per il granoturco. Il sotto indice di comparto, comprensivo dei semi oleosi, stacca del 10% i livelli di agosto 2017, incorporando nel doppio rincaro, mensile e annuale, il peggioramento delle stime sui raccolti di frumento in Europa.

Sui prezzi di oli e grassi vegetali, che hanno ceduto il 2,6% rispetto a luglio, ha pesato il quinto ribasso di fila degli oli di palma, in un mercato zavorrato da una domanda globale più fiacca e da un aumento delle scorte nei principali Paesi esportatori. Il pressing di Stati Uniti e Brasile ha spinto verso il basso anche le quotazioni degli oli di soia, mentre il girasole ha perso punti sulla scia delle migliori previsioni nell’area del Mar Nero.

Terzo segno negativo ad agosto per il diary index, sotto indice di latte e derivati, con un meno 1,5% a distanza di trenta giorni. Si segnala solo una mini ripresa per i formaggi, mentre cedono ancora terreno burro e latte in polvere. Il trend – spiega la FAO – riflette il calo di tono della domanda sui mercati internazionali, tipici del periodo, e le incertezze sulle effettive disponibilità per l’export.

La situazione peggiora intanto visibilmente sul mercato dello zucchero, che lascia sulla strada un altro 5,4% in un mese. A innescare i ribassi sono stati ad agosto i movimenti valutari, che hanno decretato un ulteriore apprezzamento del dollaro. I nuovi cross tra valute hanno dato ancora impulso alle vendite di India e Brasile, favorendo in generale le esportazioni dei Paesi emergenti.

Movimenti a somma zero sui mercati delle carni, con gli aumenti di suini e ovi-caprini bilanciati dai ribassi di bovini e avicoli. A rimettere in moto i listini delle carni suine sono stati ad agosto le maggiori richieste cinesi e il rallentamento delle esportazioni europee. I surplus sul mercato degli USA spiegano invece la dinamica ribassista dei tagli bovini, mentre il calo d’offerta in Oceania ha dato ancora vigore alle carni ovine.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *