Anche con la nuova PAC le Regioni manterranno la loro autonomia ed elaboreranno i loro piani, ma ci sarà un coordinamento nazionale, dice il commissario all’Agricoltura Phil Hogan che confessa una grande ambizione sulla semplificazione della Politica Agricola europea, ovvero oltre la riduzione dei regolamenti. «Le Regioni continueranno ad avere la stessa autonomia domani, dopo il 2020; come oggi» assicura il commissario, a Napoli, partecipando al summit “Sostenibilità, innovazione e giovani in agricoltura”, organizzato presso l’Università Partenopea dall’europarlamentare Nicola Caputo. «Quello che però vogliamo fare è avere un certo grado di coordinamento e coerenza tra le Regioni negli Stati membri» dice riferendosi al governatore De Luca ma soprattutto ai piani strategici nazionali, cuore delle proposte di riforma della futura PAC e al centro delle preoccupazioni dei Paesi a programmazione regionale come l’Italia.

Hogan, a margine dell’incontro, respinge le critiche del neo-presidente della Coldiretti, che lo ha accusato di favorire i Paesi del Nord a discapito di quelli del Sud Europa. «Queste parole non hanno senso perché abbiamo una Politica europea comune. Naturalmente ci sono differenze tra Paesi europei del Nord e del Sud ed è questo il motivo per cui sto riformando la politica. Così i Paesi come l’Italia possono avere la possibilità di differenziare un po’ di più nell’applicazione della Politica comune europea. Il presidente di Coldiretti – aggiunge il Commissario – non deve preoccuparsi per i coltivatori italiani e per l’agribusiness perché in termini di qualità l’Italia non ha rivali in Europa e nel resto del mondo. In più siamo pronti a supportare nei nostri programmi di qualità e programmi di promozione i prodotti italiani di alta qualità».

E sulla promozione dei prodotti italiani di qualità Hogan insiste parlando anche del CETA e della posizione negativa del vicepremier Di Maio: «se è contrario a un incremento dell’11% di export verso il Canada da parte dell’Italia nel settore agricolo, non c’è molto da fare. Occorre investire maggiori risorse nei programmi promozionali a favore dei produttori italiani affinché possano ottenere un vantaggio competitivo nei rapporti commerciali con il Canada. Nel 2019, ci assicureremo di allocare una quota significativa di finanziamenti alla promozione di prodotti di alta qualità. Ritengo che il CETA sia positivo per le esportazioni italiane e sono certo che il governo si renderà conto di questo».

Hogan dice anche ottimista sui tempi della nuova PAC, che sarà materia di lavoro per il futuro Parlamento europeo «Sono ottimista sul fatto che ci sarà un approccio costruttivo di Parlamento e Consiglio e credo che ci saranno molti progressi nel 2019. Anche perché gli agricoltori hanno bisogno di certezze».

Il 03/12 è scaduto il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti nella commissione Agricoltura. Dagli altri rappresentanti di categoria, e del presidente della Regione Campania, sono arrivate diverse richieste che vanno ben oltre la quota di finanziamento all’Italia.

Tra queste, la richiesta di rispettare le peculiarità territoriali, di spingere sull’innovazione e sul ricambio generazionale, soprattutto fare in modo che il settore torni a essere un volano per promuovere i valori territoriali e produrre reddito, oltre alla questione dell’etichettatura. Un dibattito su cui incombe l’ombra pesante di una procedura di infrazione e la Brexit che ridurrebbe il bilancio dell’Unione. In ogni caso, precisa il commissario, i fondi per l’agricoltura negli anni sono aumentati, è la percentuale che si è modificata col numero dei Paesi membri, ognuno dei quali ha una propria visione delle priorità.

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