«Il divieto di utilizzo del glifosato sarebbe un disastro per l’agricoltura brasiliana. L’Ufficio del Procuratore Generale presenterà un ricorso contro la decisione assunta dalla Magistratura all’inizio di agosto». È quanto ha dichiarato nei giorni il Ministro dell’Agricoltura, Blairo Maggi, a proposito della decisione di sospendere, a partire dal 3 settembre prossimo, l’uso del glifosato, in attesa dei risultati di una nuova valutazione sulla tossicità del prodotto da parte dell’Agenzia Brasiliana di Vigilanza Sanitaria (ANVISA). La Magistratura ha stabilito che la valutazione dovrà concludersi entro il 31 dicembre.

Secondo il Ministro «non ci sono al momento alternative al glifosato». E comunque, ha sottolineato, «il prodotto è assolutamente sicuro». La posizione del Ministro è pienamente supportata dalle organizzazioni professionali degli agricoltori. Il Presidente dell’Associazione dei produttori di mais e soia del Mato Grosso, Antonio Galvan, ha lanciato un vero e proprio all’allarme, evidenziando senza mezzi termini che «senza glifosato i nostri raccolti sono a rischio». In effetti, la sentenza della Magistratura sul divieto di utilizzo del glifosato ha un impatto immediato e diretto sull’attività degli agricoltori.

Sta, infatti, per concludersi il raccolto di mais. Dopo di che si procederà, con l’utilizzo di prodotti a base di glifosato, a rimuovere la vegetazione residua, in modo da poter procedere entro settembre alla semina di soia. Stando all’opinione prevalente tra gli addetti ai lavori, il ricorso del Procuratore Generale contro la sospensione del glifosato sarà accolto. Pertanto, le semine di soia potranno svolgersi normalmente.

Intanto, però, gli sviluppi della situazione in Brasile sono sotto osservazione in tutto il mondo, data la rilevanza assunta dalle commodities brasiliane sui mercati internazionali.

Al riguardo, è emblematico un dato diffuso di recente dall’USDA, il Dipartimento Americano per l’Agricoltura: l’export brasiliano di soia è aumentato del 160% nel trascorso decennio. Con 54 milioni di tonnellate di soia esportate nel 2017, il Brasile è già il principale fornitore del mercato cinese. E i quantitativi sono destinati ad aumentare, per effetto della guerra commerciale – a colpi di dazi e misure di ritorsione – in atto tra Stati Uniti e Cina.

Sempre con riferimento ai dati relativi al 2017, da ricordare che le importazioni cinesi di soia dagli USA sono ammontate a 32 milioni di tonnellate. Anche in ambito europeo, la situazione in atto in Brasile viene seguita con particolare attenzione. Stando ai dati diffusi nei giorni scorsi dalla Commissione Europea, nonostante il forte aumento degli arrivi dagli Stati Uniti nei primi mesi di quest’anno, le importazioni di semi di soia dal Brasile (circa 514 mila tonnellate, per un valore di € 185 milioni) incidono per oltre il 50% sul totale.

Per concludere: la crisi dei raccolti brasiliani avrebbe pesanti contraccolpi sui mercati a livello mondiale. In primo luogo, con un vistoso un aumento dei prezzi.

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