La riunione informale dei ministri dell’agricoltura della UE, che si terrà il 24 e 25 settembre, consentirà di fare il punto sulle discussioni già svolte e sul prosieguo dei lavori riguardanti il negoziato sulla PAC post 2020.

È quanto hanno indicato nei giorni scorsi fonti della presidenza austriaca del Consiglio dell’Unione, in vista della ripresa dell’attività dopo la pausa estiva. «L’obiettivo della presidenza – è stato evidenziato in una nota – è di trovare il giusto equilibrio tra le misure già in vigore e l’approccio innovativo proposto dalla Commissione, salvaguardando la PAC come politica strategica comune, pur garantendo agli Stati Membri una maggiore flessibilità».

Al di là degli obiettivi di fondo, nessuna indicazione è stara fornita sul calendario dei lavori fino alla conclusione, a dicembre, del semestre austriaco. E, soprattutto, sulla possibilità di giungere ad un orientamento generale del Consiglio che consenta di avviare formalmente il “trilogo” con il Parlamento e la Commissione Europea. Del resto, le discussioni finora svolte in Consiglio hanno fatto emergere numerosi punti di contrasto rispetto alle proposte di regolamento licenziate dall’esecutivo UE.

In primo luogo, un ampio numero di Stati Membri è contrario alla riduzione delle risorse finanziarie da assegnare all’agricoltura nel quadro finanziario 2021-2017. Il bilancio, è stato sottolineato, dovrà restare invariato almeno in termini nominali. Inoltre, numerosi ministri ritengono che il nuovo modello di gestione della PAC, basato sui piani strategici redatti dai singoli Stati Membri e approvati dalla Commissione, non dà sufficienti garanzie in ordine ad una reale semplificazione degli adempimenti per le amministrazioni nazionali e per gli agricoltori.

Per quanto riguarda, poi, le proposte relative alla degressività e al plafonamento degli aiuti diretti, la posizione prevalente al momento è che la decisione dovrebbe essere facoltativa per i singoli Stati Membri.

La presidenza austriaca di turno intende anche far avanzare i lavori sulla proposta di direttiva in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. La proposta, presentata dalla Commissione nello scorso mese di aprile, punta ad assegnare agli agricoltori un maggiore potere contrattuale.

Tra l’altro, è previsto il divieto dei pagamenti tardivi per i prodotti alimentari deperibili e le modifiche unilaterali dei contratti. La presidenza punta a raggiungere un “orientamento generale” del Consiglio entro dicembre, in modo da poter avviare il “trilogo” con il Parlamento Europeo all’inizio dell’anno venturo.

La posizione dell’Europarlamento sarà definita nel corso della sessione plenaria di ottobre, sulla base del progetto di relazione presentato da Paolo De Castro. Per quanto riguarda direttamente l’Italia, si attende nelle prossime settimane la risposta della Commissione UE alla richiesta, avanzata a giugno dal Ministro Centinaio, di attivare lo stoccaggio privato per lo zucchero, per contribuire a limitare l’eccesso di offerta e bilanciare, almeno nel breve periodo, il mercato.

Secondo le stime della Commissione, nella campagna di commercializzazione 2018-2019, la produzione di zucchero dovrebbe fa registrare un calo di circa il 5% sui livelli record della precedente annata (oltre 21 milioni di tonnellate). Tuttavia, se le previsioni saranno confermate, la disponibilità risulterebbe superiore del 15% alla media delle ultime cinque campagne, con limitate possibilità di ripresa dei prezzi.

 

 

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