È saltato l’accordo tra i pescatori di Francia e Regno Unito sulle regole comuni per la pesca delle capesante di fronte alle coste della Normandia.

A sorpresa, si è conclusa con un nulla di fatto la riunione con l’obiettivo di sottoscrivere l’intesa preliminare raggiunta dalle due parti nei giorni scorsi, a Londra.

Motivo della rottura, le compensazioni da riconoscere ai pescatori britannici per l’impegno assunto, secondo il quale anche le imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 15 metri dovranno rispettare quest’anno il periodo di sospensione delle catture (da metà maggio a inizio ottobre) stabilito dalle autorità francesi.

Negli accordi bilaterali siglati negli anni passati, il fermo obbligatorio valeva solo per le unità battenti bandiera del Regno Unito aventi una dimensione superiore ai 15 metri.

Secondo i pescatori francesi, con la sospensione della pesca estesa alle imbarcazioni più piccole, dovrebbero essere ridotte le catture britanniche che, con 35 mila tonnellate, hanno superato lo scorso anno quelle sbarcate dalle unità francesi (30 mila tonnellate).

Secondo fonti francesi, le richieste di compensazione hanno riguardato la cessione di quote di pesca assegnate dal Consiglio UE alla flotta francese per alcuni stock nel Mare del Nord.

«Le richieste che abbiamo ricevuto, sono risultate sproporzionate in rapporto alle nostre possibilità», hanno evidenziato i rappresentanti delle associazioni francesi di settore, per spiegare i motivi del nulla di fatto. «Al momento, siamo in una situazione di completo stallo».

Da parte britannica, è stato sottolineato che «nonostante le difficoltà emerse, il confronto non è stato interrotto».

Si fa, infatti, affidamento su un’iniziativa che potrebbero assumere in prima persona ministri di Londra e Parigi, per far ripartire la trattativa già nel corso della prossima settimana, anche per scongiurare il ripetersi degli incidenti in mare che si sono verificati alla fine di agosto.

In ogni caso, hanno anche messo in rilievo i rappresentanti dei pescatori britannici, l’intesa – se verrà raggiunta – sarà valida solo per quest’anno. Dopo la “Brexit”, alla fine di marzo 2019, «tutte le regole dovranno essere riscritte».

L’auspicio dei pescatori del Regno Unito è che, dopo l’uscita dalla UE, sia solo il Governo di Londra a stabilire tempi e condizioni per l’accesso nelle acque britanniche dei pescherecci dell’Unione.

Si tratta di una posizione inaccettabile, è già stato rilevato a Bruxelles.

Per trovare un’intesa tra i rappresentanti della Commissione e del Governo di Londra c’è tempo, al massimo, fino all’inizio di novembre.

 

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