Continua la parabola di successo del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene DOCG. Un successo evidente non tanto nei numeri (+2% la crescita del fatturato, +1% le vendite in volume grazie in particolare alle esportazioni che in valore sono aumentate del 6,3%) ma soprattutto per i riflessi sull’economia reale del territorio.
È quanto emerge dal Rapporto Economico annuale 2018 curato dal CIRVE, Centro studi di Distretto di Conegliano Valdobbiadene e coordinato dall’Università di Padova. I dati sono 2017 ma dallo studio emerge anche qualche proiezione a fine 2018 . «Le stime di Valoritalia per la chiusura del 2018 parlano di circa 92,98 milioni di bottiglie (con un incremento che dovrebbe essere di un ulteriore 1,7%) evidenziando così un prodotto che continua a essere premiato dal mercato con una crescita in valore significativa segno che il consumatore, anche straniero distingue e premia la qualità». Nel 2017 sono stati 91,4 i milioni di bottiglie vendute per un giro d’affari di € 502,6 milioni e un prezzo medio a bottiglia (valore all’origine) di € 5,5 euro.
E risultano premianti anche le strategie di mercato messe in campo negli ultimi anni visto che a trainare le vendite sono anche le nicchie lanciate di recente come le Rive (particolari CRU del Prosecco cresciute del 5%) e le produzioni biologiche (che hanno registrato un balzo del 30%).
Ma l’ottimo stato di salute del settore emerge soprattutto dai dati del Centro studi di Distretto che evidenziano le ricadute sull’economia locale. «Dati che – ha aggiunto il responsabile del Centro studi di Distretto, Vasco Boatto – parlano di una crescita delle case spumantistiche arrivate a quota 185 e di una generalizzata crescita degli addetti del settore. Incremento che va dal +10% del lavoratori nel vigneto, al +9% di quelli impiegati in cantina, dal +3% degli enologi al +7% del personale amministrativo fino al +40% del personale impiegato sul fronte dell’export».
E proprio in chiave export dai dati del CIRVE che per il 2017 registrano una crescita +6,3% i principali mercati sono la Germania (che in valore è aumento dell’8,4%), seguita dall’Austria (+14,5%) e dal Regno Unito (cui però spetta la performance migliore visto che è aumentato del 38,5%). Fuori della UE bene gli USA (+16,4%) ma anche Cina e Hong Kong (dove le vendite sono aumentate complessivamente del 14,3% in valore). Complessivamente, i volumi esportati sono più che triplicati dal 2012.