I dati di previsione per la campagna 2018-2019 presentati a Ferrara dall’Oi Pera
La produzione italiana di pere mantiene i volumi dell’annata scorsa, il livello qualitativo si annuncia elevato anche se alla prova del mercato con la varietà Carmen, la prima della stagione, i prezzi non sono brillanti.
A Ferrara il Comitato di coordinamento dell’Oi Pera ha presentato agli associati i dati di previsione per la campagna pere 2018-19 che si dovrebbe attestare su circa 741.400 tonnellate secondo le elaborazione del CSO ITALY. Anche a livello di varietà non si registrano significative variazioni: in particolare la produzione di Abate, che rappresenta il 46% di quella nazionale si dovrebbe attestare sulle 326.300 tonnellate (+1% sul 2017).
Lievissimi incrementi sono previsti per Carmen (+1%), Santa Maria (+4%), William (+2%) e Kaiser (+3%). Risultano al contrario in lieve calo Conference (-3%) e Decana (-4%) a causa della diminuzione delle superfici.
Per quanto riguarda le previsioni definitive si dovrà aspettare il congresso annuale Prognosfruit che si terrà a Varsavia dall’8 al 10 agosto.
Il quadro italiano
Per l’Italia, che detiene la leadership nei volumi di pere in Europa e si colloca al terzo posto a livello mondiale, la stagione si apre con grandi aspettative. E’ prevista infatti quest’anno una produzione di qualità eccellente, con calibri medi più elevati rispetto al 2017, come ha fatto sapere Gianni Amidei, presidente dell’Oi Pera: “Le piogge hanno favorito la crescita dei frutti e le grandinate meno frequenti rispetto al 2017 non hanno compromesso il raccolto”.
Il mercato, però, sottolinea sempre Amidei, è partito su quotazioni leggermente inferiori a quelle dello scorso anno, con il debutto della prima varietà di pere, la Carmen, che ha aperto l’annata, forse a causa del lieve aumento dei quantitativi. «Non abbiamo comunque un mercato brillante neppure per le altre specie frutticole al momento e neppure un incremento dei consumi di frutta estiva come ci si aspettava a inizio stagione».
Sarà come sempre la pera Abate a fare da traino alla campagna commerciale, ma per entrare nel vivo bisognerà attendere settembre, ottobre e novembre.
«Sul versante dell’export – sottolinea ancora il presidente di Oi Pera – le pere italiane hanno subito una battuta d’arresto con l’embargo della Russia, mercato importante per il prodotto italiano anche come quantitativi. I volumi spediti negli Usa e in Asia sono ancora modesti anche se si cerca di farli crescere. Resta fondamentale la destinazione dell’Europa con la pera Abate apprezzate in Francia, che è anche un Paese produttore, e soprattutto in Germania. A seconda delle annate l’Italia esporta dal 20% al 30% e anche se con produzioni diverse sulle pere deve competere con Olanda e Belgio».
L’attenzione dell’Oi Pera è ora focalizzata sul miglioramento delle proprietà organolettiche delle pere. «I consumi sono rimasti stazionari in Italia e su questo fronte occorre lavorare molto».