Buenos Aires potrà continuare a esportare nell’UE senza aggravi tariffari in dogana. Deluse le attese delle bioraffinerie europee: ora possibili tagli alla produzione e dismissioni di impianti. E per la colza, raccolto ai minimi da quindici anni in Germania.

Ci vorranno un supplemento di istruttoria e una maggiore disponibilità di informazioni prima di deliberare un eventuale ripristino dei dazi all’importazione di biodiesel argentino.

Lo ha reso noto la Commissione Europea prendendo in contropiede l’European Biodiesel Board (EBB), l’organismo che riunisce l’industria del settore nei paesi UE, che si attendeva da Bruxelles una decisione favorevole alla reintroduzione delle misure antidumping.

I dazi, drasticamente ridotti dopo il ricorso vinto dal governo di Buenos Aires davanti al WTO, stanno mettendo in ginocchio la produzione europea del biocarburante, di cui l’UE è il maggiore produttore e consumatore al Mondo.

Le bioraffinerie del Vecchio continente hanno realizzato l’anno scorso, processando prevalentemente olio di colza, un quantitativo di 11,9 milioni di tonnellate, in crescita di due milioni rispetto al 2016.

Le stime per quest’anno sono però negative, con le previsioni degli analisti francesi di Strategie Grains che fissano il nuovo dato di produzione dell’UE a 11,6 milioni di tonnellate, in calo del 2,5%.

La convenienza a importare il prodotto argentino, dopo il taglio dal 22-23% dei dazi UE a un massimo dell’8,1%, porterà nell’Unione Europea un milione e mezzo di tonnellate di biocarburante sudamericano, ottenuto dagli oli di soia, e un analogo quantitativo dall’Indonesia, con Giacarta che beneficia, al pari di Buenos Aires, di un considerevole sconto tariffario.

Per Assitol, l’Associazione italiana dell’Industria Olearia, le importazioni dall’Argentina potranno avere alla lunga effetti nefasti sulle aziende italiane del settore. Il danno sarebbe significativo anche per il comparto primario, che ha trovato nel filone delle agroenergie un importante sbocco produttivo e una fonte supplementare di reddito. Sulla stessa linea gli altri grandi produttori europei, con la Germania in primis che ha già sperimentato un drastico calo della produzione.

La francese Saipol, del gruppo Avril, che in Europa realizza i maggiori volumi del biocarburante, ha annunciato un piano di riduzione della produzione per un periodo di sei mesi, trovandosi in una condizione di netto svantaggio competitivo con i prodotti d’importazione.

Tagli produttivi sono stati annunciati anche da grandi gruppi multinazionali, presenti in Europa, tra cui Bunge Limited e Archer Daniels Midland, che non escludono in prospettiva la dismissione di intere linee di produzione. Intanto, Strategie Grains ha ridotto per il settimo mese di fila le stime sui raccolti europei di colza, pronosticando il peggior risultato da quindici anni in Germania. Per gli esperti d’Oltralpe sì scenderà nell’UE a 19,6 milioni di tonnellate, corrispondenti a una contrazione dell’11,5% su base annua.

Ancora più negativa la proiezione della Commissione Europea che si attende quest’anno 19,2 milioni di tonnellate, un quantitativo in calo del 12,4% sulla scorsa stagione e del 10,9% rispetto alla media storica quinquennale.

Il risultato peggiore è previsto in Germania con un meno 28,3% anno su anno. A due cifre anche le riduzioni in Francia e Polonia, con cali di produzione rispettivamente del 10,3% e del 27,6%.

 

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