Riesame in contraddittorio delle domande risultate irregolari e rimodulazione dei punteggi assegnati per l’Indice di Performance Economica (IPE), con attribuzione di quelli nuovi per le sole ditte ricorrenti.
È questa la “road map” che gli uffici dell’Assessorato all’Agricoltura seguiranno dopo che il TAR di Puglia ha accolto, nei giorni scorsi, il ricorso cautelare, presentato a suo tempo da quasi 20 imprese, contro le graduatorie varate dall’autorità di Gestione del PSR per la misura 4.1a “Sostegno per investimenti materiali e immateriali finalizzati a migliorare la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende agricole singole e associate”.
Nei prossimi giorni partiranno, per questa misura, 474 comunicazioni destinate ad altrettante aziende la cui posizione è risultata irregolare, dunque il 73% delle 652 ritenute ammissibili (3 su 4) alla fase istruttoria, con richiesta di regolarizzazione entro i 10 giorni successivi. Sotto esame è la documentazione presentata dalle imprese e la congruità dell’indice di performance economica dichiarato rispetto alla reale situazione aziendale.
La regione dunque dà il via ad una verifica ex-post con “incontri one to one” – come li chiama Gianluca Nardone, autorità di Gestione del PSR pugliese. Se emergeranno irregolarità definitive vorrà dire che è stato dichiarato un IPE mal calcolato, o deliberatamente falso, nel qual caso dovrebbe esserci la denuncia all’autorità giudiziaria promessa dall’assessore alle Politiche Agricole, Leonardo Di Gioia, che nei giorni scorsi ha dichiarato «Chi ha mentito verrà denunciato».
Escluse le posizioni irregolari sarà possibile ottenere una media aritmetica sostanzialmente credibile tra tutti gli ammessi, senza «la lamentata illogicità delle modalità di selezione» -come scrivono i giudici – e quindi ricalcolare la media dell’IPE e così capire se chi ha fatto ricorso potrà, o meno, rientrare – sempre che a sua volta abbia presentato «dati regolari» come avverte il TAR – nel novero dei progetti finanziabili.
Recuperata così la posizione dei ricorrenti e salvaguardato «l’interesse pubblico ad un’equa distribuzione delle agevolazioni» come scrive il TAR che deciderà sul merito del ricorso il prossimo 4 dicembre, si potranno erogare gli incentivi- anticipa Nardone ad Agrisole – «a gennaio prossimo».
Nei prossimi mesi dunque la regione dovrà concludere l’istruttoria sia sulla 4.1a che sulle altre due misure – la 6 “Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese”, e la 6.1 “Aiuto all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori” le cui graduatorie sono state pure impugnate, ma senza che il TAR abbia ordinato di effettuarvi le stesse verifiche invece disposte per la 4.1a – e procedere finalmente ai pagamenti.
L’accoglimento del ricorso cautelare ha provocato reazioni molto dure nelle opposizioni di centrodestra, meno ottimiste di Nardone: «Già eravamo in ritardo, ora non solo si dovrà attendere il 4 dicembre, ma poi ci sarà anche il rischio che la regione Puglia debba annullare e rifare tutto da capo» scrivono alcuni consiglieri regionali di Noi con l’Italia.
Caustici anche i deputati L’Abbate e Cassese (M5S) che chiedono le dimissioni dell’assessore Di Gioia che «invece di scusarsi, assumersi le sue responsabilità dirette e dimettersi subito, si arrampica sugli specchi con trovate autoassolutorie, inviando inutili letterine agli agricoltori, pronto a scaricare responsabilità sul Tar se il comparto agricolo perderà i fondi, come probabile».