Grazie alla soppressione dei dazi doganali, il riso Indica prodotto in Cambogia e in Myanmar arriva sul mercato dell’UE in volumi e livelli di prezzo tali da determinare serie difficoltà agli operatori europei del settore. Pertanto, ricorrono le condizioni per reintrodurre i dazi.
Sono queste le conclusioni dell’indagine svolta dalla Direzione Generale per il Commercio della Commissione Europea su richiesta dell’Italia che, a febbraio, ha sollecitato il varo delle misure di salvaguardia previste dalla normativa UE, per frenare l’import dai due Paesi asiatici. La richiesta italiana è stata supportata dagli altri Stati membri produttori di riso.
L’indagine dei servizi della Commissione UE ha riguardato il periodo che va dal mese di settembre 2012 alla fine di agosto 2017: dai dati risulta che le importazioni di riso Indica dalla Cambogia sono passate da 163 mila a 249 tonnellate, con il prodotto cambogiano che copre il 25% delle importazioni totali dell’Unione. Per quanto riguarda il Myanmar, nel periodo considerato le esportazioni verso la UE sono salite da 2 mila a 62 mila tonnellate (con un’incidenza del 6% sull’import complessivo degli Stati membri).
A livello europeo, questo crescente flusso d’importazioni ha causato un crollo della produzione nell’ordine del 40%; dal lato dei prezzi, è stata registrata una contrazione che ha oscillato tra il 22% e il 40%. Secondo la Commissione i dazi dovrebbero essere reintrodotti per un triennio, con un importo iniziale di € 175 a tonnellata, per poi scendere a € 150 nel secondo anno e a € 125 nel terzo. Le conclusioni dell’indagine hanno quindi riconosciuto la fondatezza delle richieste avanzate dall’Italia, ma per arrivare alla concreta applicazione dei dazi sono necessari ulteriori passaggi.
Le parti interessate, compresi gli operatori di Cambogia e Myanmar, hanno tempo fino al 19 novembre per presentare rilievi e obiezioni sui contenuti del rapporto finale dei servizi dell’Esecutivo di Bruxelles. A seguire, una proposta di regolamento di esecuzione della Commissione sarà presentata al “gruppo preferenze generalizzate”, nel quale sono presenti i rappresentati delle amministrazioni nazionali competenti in materia di sostegni ai Paesi in via di sviluppo.
La decisione è in calendario all’inizio di dicembre e potrebbe essere necessario il ricorso al voto a maggioranza semplice. Per gli Stati membri non produttori, è di tutta evidenza che il ritorno dei dazi sulle importazioni comporterà l’aumento dei prezzi del riso.
Gli addetti ai lavori a Bruxelles ritengono comunque che la proposta della Commissione otterrà alla fine il via libera. Il regolamento di esecuzione della Commissione sarebbe pubblicato in gennaio nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione e i dazi sul riso indica in partenza da Cambogia e Myanmar entrerebbero in vigore il 1 febbraio 2019.