Prosegue la sospensione della pesca di acciughe nei compartimenti marittimi che vanno da Venezia fino a Gallipoli.

Il fermo è scattato lo scorso 18 agosto con una durata di 15 giorni consecutivi. Pertanto, i pescherecci interessati potranno riprendere l’attività di cattura il 2 settembre prossimo. Nei compartimenti da Trieste a Monfalcone, lo stop avrà inizio il 15 settembre e proseguirà fino al giorno 29 dello stesso mese.

I periodi di fermo sono stati modificati rispetto a quelli validi lo scorso anno. E la modifica è stata disposta con un decreto a firma del direttore generale della pesca marittima, Riccardo Rigillo, varato alla vigilia di Ferragosto. Il cambiamento, si legge nei “considerando” del decreto, ha per obiettivo quello di una migliore protezione delle zone di crescita e riproduzione degli stock, in linea con le regole stabilite dalla Commissione Generale Pesca nel Mediterraneo (CGPM).

L’Alleanza delle Cooperative di settore ha espresso “vivo apprezzamento” per la decisione ministeriale attesa dalla categoria e che – è stato sottolineato – recepisce i suggerimenti avanzati dalle imprese. Di piccoli pelagici (acciughe e sardine) si discuterà in tempi brevi anche in ambito europeo. L’Europarlamento ha, infatti, definito il calendario relativo alla conclusione dei lavori sulla proposta di regolamento che stabilisce un piano pluriennale per gli stock di piccoli pelagici nel Mare Adriatico.

Ad ottobre, è previsto il voto in commissione Pesca sul progetto di relazione che sarà sottoposto il mese seguente all’assemblea plenaria del Parlamento Europeo.

A seguire, potrà partire il “trilogo” con il Consiglio UE e con la Commissione, con l’obiettivo di raggiungere l’intesa sul testo finale prima delle elezioni, a maggio 2019, per il rinnovo dell’Assemblea di Strasburgo.

La proposta di regolamento sul piano pluriennale per i piccoli pelagici è stata presentata nel febbraio dello scorso anno, alla luce delle critiche condizioni degli stock evidenziate dai pareri scientifici, secondo i quali acciughe e sardine sono sottoposte ad uno sforzo di pesca eccessivo. Sul piano operativo, la Commissione ha proposto, in particolare, di fissare quote nazionali per i tre Stati Membri direttamente interessati: Italia, Croazia e Slovenia.

In pratica, a acciughe e sardine dovrebbero essere applicati i limiti di cattura già vigenti per la pesca di tonno rosso e pesce spada. Nel nostro Paese le catture annuali di acciughe e sardine si attestano attorno a 75 mila tonnellate. Si tratta delle specie più pescate dalla flotta battente bandiera italiana.

Da segnalare, infine, che dalle discussioni già svolte in seno alla commissione Pesca del Parlamento Europeo, è emersa una forte opposizione al varo del sistema delle quote nazionali. La proposta alternativa è di continuare ad applicare misure di controllo e limitazione dello sforzo di pesca, tra le quali rientra il fermo annuale.

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