Le tensioni in atto sul mercato del grano preoccupano gli industriali mugnai francesi.

«L’aumento dei prezzi per l’acquisto della materia prima – ha dichiarato nei giorni scorsi Lionel Deloingce, presidente dell’Associazione Nazionale di settore (ANMF), rischia di far saltare i bilanci annuali di un gran numero di imprese. Nei confronti del mese di luglio le quotazioni del grano sono aumentate di circa il 20% – ha sottolineato Deloingce – e le stime indicano che i prezzi si manterranno per l’intera campagna di commercializzazione attorno ai € 200 a tonnellata».

Il rialzo dei prezzi, ha indicato in una nota la ANMF, si spiega con la diminuzione della produzione mondiale di grano che dovrebbe ammontare a 721 milioni di tonnellate. Il livello più basso dalla campagna di commercializzazione 2014-2015.

Anche in Francia i raccolti non sono stati eccezionali in termini di volume (35 milioni di tonnellate rispetto alle 36,5 del 2017). In aggiunta, ha rilevato il presidente dell’associazione degli industriali mugnai, dai test di panificazione effettuati è risultato che la qualità del prodotto è particolarmente eterogenea e, in generale, non soddisfacente.

«Da qui la necessità per le imprese di aumentare l’acquisto di grani di forza, con il risultato di far salire ulteriormente i costi di produzione». Alla ANMF aderiscono il 92% delle industrie francesi di settore (in tutto 420 unità). Nel 2017 sono state trasformate 5 milioni di tonnellate di grano francese (circa il 15% della produzione globale commercializzata). La farina prodotta è ammontata a poco più di 4 milioni di tonnellate, di cui 315 mila destinate all’esportazione. Il giro d’affari annuale è stato di 1,8 miliardi di euro.

Intanto, a livello internazionale, i mercati hanno reagito con una correzione al ribasso dei prezzi alle ultime previsioni sulla produzione mondiale di grano diffuse il 10 agosto dall’USDA, il Dipartimento di Stato USA per l’agricoltura. I raccolti sono stati confermati al ribasso, ma gli stock di fine campagna – grazie soprattutto alle ottime rese attese negli Stati Uniti – dovrebbero essere più elevate (circa 2 milioni di tonnellate in più) rispetto alle previsioni degli operatori. Da segnalare che l’USDA ha anche tagliato le stime sui raccolti nell’Unione Europea: 137,5 milioni di tonnellate rispetto alle 145 che erano state indicate nel rapporto diffuso lo scorso mese di luglio.

Di conseguenza, le esportazioni di grano della UE dovrebbero quest’anno attestarsi attorno a 23 milioni di tonnellate, con una contrazione di 4,5 milioni sulla precedente annata.

Il taglio della produzione europea è determinato dalla prolungata siccità che ha colpito, in particolare, il Nord Europa. In Francia, sono saliti a 52 i dipartimenti nei quali sono in vigore ordinanze relative alla limitazione dell’uso dell’acqua e altri 9 sono sotto vigilanza.

Da segnalare, infine, che le autorità dell’Ucraina hanno confermato che per la campagna di commercializzazione 2017-2018 le esportazioni di grano saranno limitate a 16 milioni di tonnellate.

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