Le dispute legali sul glifosato vanno a collocarsi in una fase complessa dei mercati internazionali, per effetto delle tensioni commerciali in atto.

In particolare, per la soia, il Brasile è chiamato a sostituire sul mercato cinese le forniture americane spiazzate dalle misure di ritorsione decise dal governo di Pechino. E dal Brasile arriva circa il 50% delle importazioni totali di soia dell’Unione Europea.

Secondo l’ultimo report dell’USDA, il Dipartimento di Stato USA per l’Agricoltura, sono stati investiti a soia in Brasile circa 35 milioni di ettari, con una produzione attesa nell’ordine di 115 milioni di tonnellate.

La UE ha rinnovato a novembre 2017 l’autorizzazione del glifosato per cinque anni.

Nel novembre 2017, a conclusione di un processo decisionale lungo e complesso, gli Stati Membri dell’Unione Europea hanno deciso di rinnovare per cinque anni l’autorizzazione all’erbicida glifosato. Alla fine, risultò decisivo il voto favorevole della Germania. L’Italia votò contro il rinnovo quinquennale.

La Francia ha scelto di imboccare una strada diversa: il glifosato sarà vietato al più tardi nel giro di tre anni. Tuttavia, a maggio di quest’anno, nel quadro del dibattito sul progetto di legge sull’alimentazione e l’agricoltura, l’Assemblea Nazionale ha respinto un emendamento che prevedeva di fissare la scadenza con una apposita norma di legge.

A giugno, è stato reso noto il programma governativo per raggiungere il traguardo fissato.

A settembre, entrerà in funzione un “centro di assistenza”, incaricato di indicare agli agricoltori le alternative già esistenti al glifosato.

Il “centro” lavorerà in stretta collaborazione con le organizzazioni professionali, e si avvarrà delle indicazioni contenute in un Rapporto dell’INRA (Istituto Nazionale della Ricerca Agronomica).

Nel rapporto si rileva che valide alternative sono già esistenti, per seminativi, viticoltura e arboricoltura, le filiere a maggiore utilizzo di glifosato.

L’applicazione del piano ministeriale, inoltre, sarà seguita da una “task force”, che avrà anche il compito di trasmettere al Governo e al Parlamento, a cadenza trimestrale, un rapporto sui risultati via via raggiunti .

Infine, il Governo francese ha sollecitato le industrie di trasformazione e della distribuzione organizzata «a stare a fianco degli agricoltori nella fase di adattamento. E di valorizzare sul piano commerciale i prodotti ottenuti senza glifosato».

Negli USA, dove la magistratura ha condannato la Monsanto a risarcire con € 254 milioni una persona ammalata di cancro che, tra il 2012 e il 2014, ha lavorato come giardiniere, i giudici americani hanno stabilito che la società produttrice, acquistata di recente dalla tedesca Bayer, è stata carente nel fornire adeguate informazioni ed avvertenze sui potenziali rischi connessi all’uso dell’erbicida.

La Monsanto ha annunciato la presentazione di un ricorso. In una nota, il vice-presidente del gruppo, Scott Patridge, ha sottolineato che la decisione della magistratura «non cambia il fatto che 800 studi scientifici, le conclusioni dell’agenzia americana per la protezione dell’ambiente e di altri enti di regolazione hanno stabilito che il glifosato non è cancerogeno».

Monsanto presenterà ricorso anche in Brasile, dove la Magistratura ha stabilito, il 7 agosto, che tutte le licenze in vigore devono essere sospese entro trenta giorni, per consentire una nuova valutazione tossicologica sul glifosato da parte dell’ANVISA, l’autorità sanitaria brasiliana. Lo studio potrebbe durare oltre un anno.

Analogo annuncio è arrivato dal Ministro brasiliano all’Agricoltura, Blario Maggi, considerato che «l’intero sistema di piantagioni dirette è basato sul glifosato».

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