Riparte la vendemmia, ma dopo un 2017 ai minimi che ha fatto crollare il dato sulle giacenze nonostante il rimbalzo produttivo le cantine italiane certo non esplodono per il vino. È quanto ha ribadito stamani l’Alleanza delle Cooperative italiane dopo la riunione del Coordinamento del settore vino della stessa associazione che rappresenta circa il 58% della produzione vitivinicola italiana. Secondo quanto è emerso dalla riunione del coordinamento la vendemmia 2018 «dovrebbe attestarsi a quota 49,4 milioni di ettolitri con quantitativi nella norma e punte qualitative di grande interesse».

Quindi anche secondo l’Alleanza delle cooperative italiane la produzione 2018 sarà superiore a quella 2017 di circa il 15%, una stima quindi in linea con quella diramata da ISMEA e Unione italiana vini nei giorni scorsi.

«I dati vendemmiali vanno però analizzati – spiega la coordinatrice del Settore Vitivinicolo dell’Alleanza delle cooperative Ruenza Santandrea – in uno sguardo complessivo che tenga conto anche della situazione delle giacenze di vino in cantina».

Lo scorso anno nel nostro paese, secondo i dati della Commissione UE, le giacenze in Italia (al 31 luglio 2017) erano pari a 46,8 milioni di ettolitri. «Rispetto al 2018 – spiegano ad Alleanza Coop – pur non potendo fare il confronto sulla base della stessa fonte, poiché non ancora disponibile, disponiamo tuttavia delle informazioni dell’ICQRF (Ispettorato Centrale Repressione Frodi) sulla base dei dati forniti dalle stesse cantine nel registro vitivinicolo. I quantitativi di mosto e vini in giacenza, aggiornati al 31 agosto 2018 e relativi alla situazione fotografata al 31 luglio, sono pari a 36 milioni di ettolitri, di cui 3 di mosto».

«Pur se l’eterogeneità delle fonti messi a confronto potrebbe dar vita a qualche lieve scostamento, si tratta – conclude la responsabile vino di Alleanza Coop, Santandrea – di una considerevole riduzione del vino in giacenza pari a circa il 23% in meno rispetto ai 46,8 che risultavano in giacenza la scorsa estate. Se quindi i quantitativi vendemmiali sono in qualche modo ritornati alla media di quelli registrati negli anni precedenti, il fatto nuovo è che non abbiamo più tanto vino in cantina».

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