Un’ondata di maltempo ha colpito la provincia di Foggia – la capitale italiana del pomodoro da industria con oltre 3.500 produttori ed una SAU media di 32.000 ettari, un terzo di quella nazionale pari a 95mila ettari –, con danni alla produzione stimati tra il 15% ed il 30%. Il maltempo, ironia della sorte, ha accompagnato anche il via libera all’obbligo di indicare in etichetta, scattato il 26 agosto, il nome del Paese di coltivazione e di quello di trasformazione per pelati, polpe, concentrato e sughi che siano composti, per almeno il 50%, da derivati del pomodoro.

Con questo decreto interministeriale – firmato a novembre 2017 anche dall’allora Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina – agricoltori e consumatori dovrebbero avere un’arma in più per combattere le frodi alimentari con prodotti coltivati all’Estero ed importati e spacciati come italiani. E quindi “frenare” l’import senza regole di pomodoro che, solo nei primi 5 mesi del 2018, è cresciuto di un altro 15%, secondo Coldiretti Puglia, con ben 86 milioni di chili di derivati di pomodoro provenienti, nell’ordine, da Stati Uniti, Spagna e Cina, denuncia il presidente, Gianni Cantele.

Import selvaggio a parte, produttori e trasformatori sono preoccupati per i danni provocati dal maltempo di questi ultimi giorni. Secondo le prime stime i danni, a macchia di leopardo, stanno infatti incidendo sui raccolti sino a prevedere cifre comprese tra i 15 ed i 18 milioni di quintali, molto sotto rispetto ai 22 di media che, in termini di PLV, significano, quasi € 175 milioni. Così tra rese produttive in calo (rispetto alle medie di 600, in qualche caso anche 1.000 quintali per ettaro) e quantitativi avviati alla trasformazione non in linea con le superfici raccolte, oggi pari al 60% della SAU in produzione, la parte agricola è preoccupata.

Secondo i produttori del distretto del pomodoro del Centro-Sud Italia (tra cui Assodaunia, Assofruit, Conapo) riunitisi nei giorni scorsi ad Ascoli Satriano, è molto difficile infatti rispettare gli impegni contrattuali assunti ed assicurarsi una redditività adeguata. I danni poi sono differenziati per zone. In quelle più colpite dalla pioggia – Rodi Garganico, Sannicandro Garganico, Lesina, Peschici, Vico del Gargano, Cagnano Varano, Carpino – buona parte di prodotto sta marcendo o è già marcito, mentre nelle aree che hanno subito un minore carico d’acqua, vi è anche una elevata qualità del prodotto. I nuovi nubifragi di agosto – insieme a quelli già verificatisi a partire da aprile-maggio e alla piantumazione tardiva in alcune zone – provocheranno poi anche il protrarsi della stagione per produttori, lavoratori nei campi e trasformatori. Quanto ai prezzi «le quotazioni sono stabili – dice Michele Ferrandino della CIA di Capitanata – come da contratto, con un valore massimo riconosciuto pari a circa 10 centesimi al chilo nel caso di pomodori a elevata qualità».

 

 

 

 

 

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