Nel discorso sullo stato dell’Unione pronunciato dal Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, di fronte all’Europarlamento, l’agricoltura è stata la grande assente. Quasi la Politica Agricola Comune non fosse già più la principale Politica Economica Europea. Grande attenzione, come prevedibile, ai temi del futuro bilancio UE condizionato dalla Brexit ma quasi nessun cenno al ruolo dell’agricoltura. Nonostante l’imminente riforma il cui negoziato procede in parallelo proprio a quello sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027.

Sul tema del bilancio dell’Unione è invece «indispensabile» raggiungere un accordo al summit dei capi di Stato e di Governo che si terrà in Romania, il 9 maggio del prossimo anno. È stato questo uno dei passaggi centrali del discorso di Juncker di fronte all’Assemblea di Strasburgo. In quell’occasione, la UE sarà chiamata a dare un segnale forte e chiaro, ha sottolineato Juncker, a pochi giorni dalla Brexit e alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.

Il Presidente dell’esecutivo di Bruxelles non ha fatto riferimento alle difficoltà che stanno segnando le discussioni in corso tra gli Stati membri. Ma è chiaro che non sarà facile centrare l’obiettivo. Tra l’altro, un ampio numero di delegazioni si è schierato contro i tagli (nell’ordine del 15% in termini reali) previsto per i fondi della PAC.

Juncker ha poi invitato a ratificare l’accordo di libero scambio siglato con il Giappone. Nessun riferimento, invece, da parte del Presidente della Commissione, al negoziato in corso con l’area Mercosur, a cui aderiscono Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay, e che – secondo fonti del Ministero degli Esteri brasiliano – sarebbe giunto alle battute finali. Una riunione tra i negoziatori delle due parti è in corso e dovrebbe concludersi il 14 settembre. Tra le questioni ancora da risolvere, le quote di esportazioni agevolate verso la UE di carni bovine e zucchero.

Juncker ha anche evidenziato il ruolo svolto dagli accordi commerciali sottoscritti dall’Unione (70 Paesi in tutto), che coprono il 40% del PIL mondiale. «Questi accordi – ha puntualizzato – così spesso contestati, ma in modo ingiusto – ci aiutano ad esportare gli elevati standard europei in materia di sicurezza alimentare». L’Unione deve diventare un attore globale, ha concluso il Presidente della Commissione UE, ed agire come un’unica entità sulla scena mondiale. In quest’ottica, è stata annunciata un’iniziativa per raggiungere un accordo di libero scambio con i Paesi africani, superando i programmi di aiuto allo sviluppo esistenti.

 

 

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