Da sempre l’agricoltura è considerata il vaso di coccio tra i numerosi vasi di ferro che costituiscono i capitoli dei negoziati commerciali. Anche per questo è il settore che rischia le ripercussioni maggiori dalla fine del multilateralismo iniziato con la crisi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) a partire dai continui rinvii e fallimenti del Doha Round, l’ultimo ciclo di negoziati che nessuno dei pure tanti tentativi fatti è riuscito a rianimare.
In quest’ottica, la proposta della Commissione Europea presentata oggi per una riforma globale del WTO può assumere, in prospettiva, un’importanza fondamentale per tutelare il settore.
In primis per il Made in Italy agroalimentare che vive di export e si trova ora a dover far fronte alle continue minacce, vere o presunte, visibili o invisibili, dei negoziati commerciali bilaterali in corso di definizione, dal CETA tra UE e Canada fino al Mercosur. Una proposta che parte proprio dal rafforzamento del ruolo dell’Organizzazione nata sulle basi di GATT, GATS e TRIPS, i tre Trattati relativi a commercio, servizi e proprietà intellettuale, e trasformati in una struttura insediata in pianta stabile a Ginevra.
Aggiornare il “corpus” normativo sul commercio internazionale per adeguarlo all’economia globale attuale; rafforzare il ruolo di controllo del WTO; superare lo stallo sul sistema di risoluzione delle controversie. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi posti dalla Commissione europea per “modernizzare” l’Organizzazione. Un documento ad hoc è stato pubblicato per aprire una consultazione con gli Stati membri del WTO.
Sarà presentato ai partner UE il 20 settembre a Ginevra, nel corso di una riunione convocata dal Canada per affrontare l’argomento della riforma dell’Organizzazione. «Il WTO risulta indispensabile anche oggi per assicurare un commercio aperto, equo e basato su regole. Nonostante il suo successo, non è stata in grado di adattarsi in misura sufficiente ad un’economia mondiale in rapida evoluzione», ha detto il commissario UE Cecilia Malmstroem presentando il documento.
La UE sta già lavorando da tempo per la riforma del WTO: con gli Stati Uniti e il Giappone, nel quadro delle discussioni trilaterali; con la Cina, nel gruppo di lavoro ad hoc istituito in occasione dell’ultimo vertice UE-Cina; con altri partner, da ultimo durante la riunione dei ministri del Commercio del G-20.
Nel documento la Commissione indica che l’esistenza di norme concordate sul commercio transfrontaliero, controllate dal WTO e applicate per mezzo di un sistema imparziale di risoluzione delle controversie, «ha permesso per decenni di disinnescare le tensioni e prevenire guerre commerciali». L’elaborazione di nuove norme commerciali «non è tuttavia avvenuta in contemporanea con i cambiamenti economici, politici e tecnologici. In particolare, le norme attuali sul commercio internazionale non fanno adeguatamente fronte alle sovvenzioni che creano distorsioni sul mercato; spesso erogate tramite imprese pubbliche, tali sovvenzioni finiscono per pregiudicare la parità di condizioni tra gli operatori economici».
La Commissione sottolinea anche come il Ginevra sia sempre più gravata da procedure rigide e da opposti interessi tra i diversi Paesi. L’organo incaricato di risolvere le controversie commerciali «è sull’orlo della paralisi a causa del blocco delle nomine dei nuovi membri del comitato d’appello WTO» (da parte americana). Anche il ruolo di controllo dell’OMC è minacciato dalla mancanza di trasparenza da parte di numerosi Paesi.
Sanzioni per chi non rispetta “ripetutamente” le regole di notifica al WTO.
Se uno Stato non osserva «intenzionalmente e ripetutamente» le regole di notifica all’Organizzazione Mondiale del Commercio quando queste riguardano decisioni di politica commerciale deve essere colpito da sanzioni. È questa una delle proposte contenute nel documento della Commissione. «Occorre distinguere tra la mancanza di capacità di preparare notifiche e scadenze mancanti per una ragione giustificabile e l’offuscamento sistematico: quest’ultimo è una grave violazione dello spirito e delle regole del sistema commerciale multilaterale ma, al momento, non ha conseguenze per lo Stato che sta violando le regole», è scritto nel documento comunitario.
L’Unione, si legge ancora nel documento della Commissione, «ritiene che siano necessari strumenti per imporre l’osservanza delle notifiche laddove i limiti di capacità non sono il problema e propone di collaborare con altri membri del WTO, compresi gli Stati Uniti che hanno recentemente presentato una proposta in merito sullo sviluppo di sanzioni efficaci, eque e proporzionate». Tali sanzioni potrebbero includere, tra l’altro, «critiche più forti a livello politico e pubblico e la limitazione di alcuni diritti relativi alla partecipazione alle strutture del WTO come, a esempio, la possibilità di presiedere gli organi dell’Organizzazione».