L’amministrazione Trump ha svelato i dettagli del piano straordinario di aiuti all’agricoltura da $ 12 miliardi per mitigare l’impatto sul settore dei dazi dovuti alle guerre commerciali, con i “Farmer” americani costretti a fare i conti con le ritorsioni di varie nazioni – a partire da quelle cinesi sulla soia – dovute alla politica commerciale americana. Il segretario di Stato all’Agricoltura, Sonny Perdue, ha spiegato che Washington sborserà inizialmente $ 4,7 miliardi.
Ai coltivatori di soia, la commodity più colpita dai dazi cinesi, andrà la fetta maggiore, pari a $ 3,6 miliardi (vale la pena ricordare anche l’impegno europeo a importare più soia dai produttori USA emerso dopo la recente visita a Washington del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker).
Il Governo USA spenderà altri $ 1,2 miliardi per acquistare carni suine, cotone, sorgo, frumento, latticini, mele e pistacchi; l’obiettivo è controbilanciare le perdite commerciali subite dagli allevatori e coltivatori statunitensi. Duecento milioni di dollari – che esauriscono la prima tranche – verranno destinati a programmi promozionali per conquistare nuovi sbocchi esteri per le produzioni Made in USA.
Il piano pubblicato contiene anche dettagli importanti sulle modalità di erogazione e sui beneficiari. Viene infatti stabilito una sorta di “tetto”, pari a $ 900mila annui di reddito complessivo dell’impresa (derivante quindi anche da eventuali attività extra-agricole) per poter accedere ai contributi. Inoltre, gli aiuti straordinari non possono superare i $ 125mila per singolo beneficiario.
Un secondo round di pagamenti potrebbe essere deciso entro dicembre se le condizioni difficili del mercato continueranno. Secondo Perdue, la Cina e altri restano “recalcitranti” e “intransigenti”. Le reazioni alla pubblicazione dei dettagli del piano non sono state però positive. La National Association of Wheat Growers ha fatto sapere che i 14 centesimi per bushel destinati ai coltivatori di frumento sono inferiori al costo, stimato in 75 centesimi per bushel, delle varie dispute commerciali. La National Corn Growers Association calcola che le tensioni commerciali costino 44 centesimi per bushel contro il contributo da un centesimo per bushel destinato a chi coltiva mais. La National Milk Producers Federation ha detto che i $ 127 milioni di pagamenti diretti al settore caseario sono pari a meno del 10% delle perdite subite per via dei dazi imposti da Canada e Messico.
Secondo il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo il programma americano rappresenta «un segnale importante per l’Italia e l’UE che deve difendere e valorizzare il proprio patrimonio agroalimentare a partire dal prossimo bilancio mentre invece nella proposta della Commissione Europea sono previsti tagli insostenibili per l’agricoltura che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione». Moncalvo ha ribadito anche, commentando la scelta del governo USA, «l’esigenza di nuovo approccio nei trattati di libero scambio con i Paesi Terzi che non usi l’agricoltura come merce di scambio, dall’accordo CETA concluso con il Canada a quello che si sta negoziando con i Paesi sudamericani del Mercosur».
Per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, «il sostegno straordinario agli agricoltori americani concesso dall’amministrazione Trump è un ulteriore aspetto delle guerre commerciali in atto su cui riflettere. L’imposizione di dazi richiama nuovi dazi e dunque la necessità di intervenire per sostenere i produttori. Sono elementi di cui si deve tener conto nei negoziati in corso sulla riforma della PAC – ha aggiunto Giansanti –. Gli agricoltori europei non devono essere lasciati soli di fronte ad una situazione di mercato a livello internazionale sempre più incerta. Considerato anche il prossimo 5 settembre, a meno di fatti nuovi, scatterà un nuovo giro di dazi e ritorsioni tra USA e Cina che coinvolgerà anche i prodotti agricoli».