È scaduto ieri, 30 settembre, il “Farm Bill” in vigore dal 2014, ma il Congresso non è riuscito a trovare in tempo utile un accordo sulla nuova legge che dovrà regolare nei prossimi cinque anni la spesa pubblica destinata al settore agricolo. È sui criteri per l’erogazione degli aiuti alimentari agli indigenti (i “Food Stamps) che le posizioni in seno al Congresso sono risultate inconciliabili, nonostante i numerosi incontri, avviati già nel mese di agosto, tra le delegazioni della Camera dei Rappresentanti e del Senato. In sintesi, la Camera dei Rappresentanti è favorevole ad un aumento dell’età minima per accedere al sostegno e alla partecipazione obbligatoria dei beneficiari ad appositi programmi di formazione-lavoro.

Il Senato è, invece, contrario a tali modifiche perché potrebbero comportare l’esclusione di 2 milioni di persone dai programmi di assistenza alimentare. Secondo le associazioni professionali degli agricoltori, la situazione di stallo che si è determinata non avrà un impatto negativo immediato sui produttori, perché il finanziamento dei principali programmi di sostegno al settore è garantito, di fatto, fino a dicembre. Nessun problema a breve termine, quindi, per le assicurazioni agevolate sui raccolti e per i pagamenti a favore dei produttori di latte. Anche i “food stamps” continueranno ad essere assegnati.

In attesa del nuovo “Farm Bill” si fermeranno, invece, alcune iniziative relative alla promozione del commercio internazionale e alla diffusione dell’agricoltura biologica, che hanno avuto, complessivamente, a disposizione circa € 2,8 miliardi dal 2014 ad oggi.

I parlamentari repubblicani e democratici più vicini al mondo agricolo hanno lanciato un messaggio rassicurante ai “farmers”. Dopo la tornata elettorale in programma novembre, hanno dichiarato, sarà più facile raggiungere un’intesa, anche se una proroga della legge scaduta il 30 settembre non può essere esclusa sotto il profilo formale. Le associazioni agricole hanno replicato, sottolineando che si è comunque aggiunta una situazione di incertezza in un contesto economico già particolarmente difficile per le imprese.

Stando ai dati diffusi ad agosto dall’USDA, il Dipartimento di Stato all’Agricoltura, il reddito agricolo netto dovrebbe attestarsi quest’anno a circa € 66 miliardi. Solo in due anni dell’ultimo decennio è stato registrato un risultato peggiore. Inoltre, il debito complessivo degli agricoltori dovrebbe raggiungere, alla fine del 2018, il livello record di € 407 miliardi, con un’incidenza superiore al 14% sul patrimonio totale dei produttori. L’USDA ha messo in rilievo che la percentuale tra debito e patrimonio è in peggioramento continuo da sei anni .

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