L’Europa è pronta ad affrontare strategicamente l’offensiva commerciale intrapresa da Washington: dopo aver minacciato tariffe su circa $ 300 miliardi di importazioni dall’America, Bruxelles potrebbe sfidare il presidente Donald Trump a intavolare un negoziato «plurilaterale» per abbattere i dazi sulle auto.

Nel frattempo, il cancelliere tedesco Angela Merkel mette in guardia dai rischi di un’escalation mentre la Cina invita l’Europa ad una alleanza contro gli Stati Uniti.

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sta per andare a Washington con un programma “strategico” da offrire a Trump per convincerlo a recedere dalla minaccia di tariffe (dal 20 al 25%) sulle auto UE; l’idea sarebbe quella di proporre un negoziato multilaterale ai Paesi esportatori, includendo anche Giappone e Corea del Sud.

Le parti si impegnerebbero a ridurre le tariffe esistenti a un livello concordato su determinati prodotti; appunto un accordo plurilaterale, consentito dalla stessa WTO.

Oltre a disinnescare uno scontro potenzialmente devastante tra le due sponde dell’Atlantico, l’iniziativa avrebbe l’effetto collaterale, ma non secondario, di coinvolgere gli Stati Uniti in un negoziato multilaterale all’ interno della cornice di regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Si tratterebbe di un risultato significativo per un’Amministrazione che dichiara ripetutamente di preferire trattati bilaterali e che denuncia i limiti della WTO.

In caso di fallimento, le conseguenze economiche per l’Europa e soprattutto per la Germania sarebbero pesanti. Tanto che Bruxelles si è spinta a minacciare a sua volta dazi su circa $ 300 miliardi di importazioni dagli USA (nel 2017, la UE ha importato $ 283 miliardi di merci dagli Stati Uniti).

Il 6 luglio dovrebbero poi entrare in vigore i dazi USA su $ 34 miliardi di importazioni cinesi; e la Cina, a sua volta, ha dichiarato di essere pronta a rispondere lo stesso giorno con tariffe su un pari valore di importazioni Usa. Di conseguenza, Pechino sta intensificando gli sforzi diplomatici per convincere l’Europa a fare fronte comune contro Trump. 

 

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