Si prefigurano scenari di graduale rafforzamento dei prezzi internazionali dei prodotti lattiero caseari, in previsione di un rallentamento della crescita produttiva nei maggiori Paesi produttori.

I dati migliori delle aspettative e la prospettiva di una crescita più lenta della produzione nei principali Paesi esportatori stanno orientando il consenso degli analisti verso posizioni moderatamente rialziste sui mercati dei lattiero-caseari.

La rottura del trend in Europa, relativamente ai prezzi del latte crudo alla stalla , si era già materializzata a luglio, con un mini rimbalzo dello 0,6% in un mese. Una tendenza rafforzata nel bimestre agosto-settembre da aumenti dell’1,9% e del 2 % mese su mese, che hanno proiettato la media UE a € 33,50/100 kg, massimo da inizio campagna. Resta l’evidenza di valori assoluti medio-bassi, confermati dal mantenimento di uno scarto negativo del 9% su base annua.

Nel Market Observatory della Commissione Europea, aggiornato a fine settembre, emerge un andamento ancora in frenata per burro e latte in polvere scremato, con quotazioni che cedono in un anno il 19% e il 5% per cento. I livelli assoluti confermano una situazione di affanno per le polveri di latte, con valori sotto la soglia di intervento, segnalando invece per il burro uno stacco ancora considerevole rispetto alla media storica, sia pure con prezzi inferiori al record del settembre 2017.

Gli sviluppi produttivi relativi ai primi sette mesi di quest’anno indicano nei Ventotto un aumento dell’1,7% per l’output di latte crudo e un più 1,8% per il burro, con incrementi, rispetto allo stesso periodo del 2017, anche per latte in polvere scremato (+4,5%) e formaggi (+2,1%).

Decisamente più attenuate le dinamiche a livello mondiale. Nel bilancio del terzo trimestre, elaborato da Rabobank, rallenta al +0,4% la crescita della produzione di latte dei sette maggiori player globali (UE, USA, Nuova Zelanda, Australia, Brasile, Argentina e Uruguay), con il passo più lento dal 2016, soprattutto per l’impatto negativo del clima nell’Emisfero settentrionale.

Per Emma Higgins, analyst della banca d’affari olandese, il surplus d’offerta nei “Top-7” si è significativamente ridotto, prefigurando uno scenario di graduale rafforzamento delle quotazioni internazionali.

Contribuiscono a definire un quadro rialzista le prospettive di un aumento dei costi dei mangimi, con prevedibili riflessi sui prezzi della materia prima per la difesa dei margini, e la maggiore domanda all’importazione cinese, con migliori prospettive di collocamento soprattutto per i prodotti neozelandesi.

 

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